L'itinerario

L’estate di Ponza, tra itinerari gastronomici e turistici

16 agosto 2020 | 08:34
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L’estate di Ponza, tra itinerari gastronomici e turistici

Diario di viaggio alla scoperta dei paesaggi, della storia, dell’enogastronomia dell’isola dell’arcipelago ponziano

di: ILARIA CASTODEI

Viaggi e Turismo – Non c’è dubbio, un bel fine settimana sull’isola di Ponza è un toccasana per potersi ricaricare e ritornare ad affrontare la quotidianità della vicina città. Nonostante le grandi città d’arte, che in questo periodo aspettano fondamentalmente l’affluenza internazionale, soffrano con i loro centri storici vuoti e scarsissimo turismo alberghiero, Ponza vive quasi esclusivamente di un turismo nostrano, italiano, molti laziali e campani si distribuiscono tra i piccoli borghi, le spiaggette e le imbarcazioni per straordinari giri del perimetro costiero o gite verso le vicine Zannone e Palmarola, o ancora allungarsi fino a Ventotene. Ponza vive un’estate piena e soddisfacente dal punto di vista enogastronomico e turistico. Gli alberghi e ristoranti sono quasi completamente sold-out tanto che le prenotazioni devono essere abbondantemente anticipate.

Itinerari gastrononomici tra Biancolella e il Casatiello

Ma veniamo al nostro percorso. Abbiamo voluto conoscere le ricchezze del luogo non solo via mare ma anche ciò che nasconde la terra di un’isola che nasce da vulcani oramai spenti e che presenta una conformazione geografica molto particolare. Siamo partiti dal nostro soggiorno a Cala Feola e precisamente dalla magnifica Terrazza del Villaggio dei Pescatori, da dove abbiamo gustato piacevoli colazioni e una notevole cena abbracciati da una fresca brezza marina e incantati da uno straordinario panorama sulla cala. Il personale molto cortese e disponibile ha sempre reso la nostra permanenza confortevole e rilassante.

Dunque abbiamo attraversato, tramite le frequenti navette che collegano l’isola da un punto all’altro, le piccole stradine costellate da innumerevoli curve, dietro ognuna delle quali si nasconde sempre un magico panorama, e siamo giunti al punto d’incontro con Ike, una esperta guida raccomandataci dalla proloco; una signora di origini tedesche che vive sull’isola da ben 25 anni, da quando, visitandola, se ne innamorò follemente tanto da stabilirsi qui permanentemente.

Con l’aiuto di Ike ci siamo avventurati a piedi alla scoperta di percorsi storici, turistici e soprattutto enogastronomici. Il suo amore per la storia e la natura di questi luoghi traspare dai suoi racconti, fino a farci dimenticare il cocente sole di una giornata caldissima. Dal porto, dunque abbiamo risalito la strada principale percorrendo il tragitto immaginario dell’antica galleria romana che era stata costruita appositamente per collegare il porto alla vicina spiaggia di Chiaia di Luna, sull’opposto versante dell’isola. Affacciati dall’incantevole belvedere a mirare la spiaggia, ancora interdetta al pubblico, Ike ci ha raccontato le leggende, i miti e il significato del nome di questo posto.

Riscendendo, ecco la nostra prima tappa enogastronomica, anzi, solo enologica. Le Antiche Cantine Migliaccio, una istituzione sull’isola per la produzione di vini come il famoso Biancolella e il Fieno di Ponza (blend di Biancolella, forastera e guarnaccia). Abbiamo conosciuto due persone tanto cortesi quanto dedite alla loro missione, Vittorio Migliaccio e sua moglie Luciana ed assaggiato una porzione della loro straordinaria produzione. Una piccola cantina che dona vini unici, grazie alle condizioni pedoclimatiche di questo luogo incredibile e all’aiuto del valido enologo Vincenzo Mercurio. Caratteristico il vigneto di coltivazione terrazzato sulle pendici di un’altissima scogliera, chiamato proprio il “vigneto di Fieno”, ben visibile dal mare; il racconto dell’antica modalità di vendemmia, con asini e attrezzature antiche, vale quanto la bontà dei loro vini.

Due sono state le successive e consigliate tappe gastronomiche: la prima, il Forno San Giovanni per il tipico quanto imperdibile Casatiello Ponzese, che si differenzia sostanzialmente da quello napoletano perchè un lievitato dolce, a volte cosparso in superficie di glassa bianca e zuccherini colorati; mentre in campania è consuetudine che sia salato con all’interno i ciccioli, salami, formaggi e uova. E poi la Rosticceria Pizzeria Ponzese che ci ha deliziato con delle buonissime pizze condite con prodotti del proprio orto e ottimo pesce locale, per un servizio veloce, tanta cordialità e vista sul porto.

Gino Pesce e la sua Acqua Pazza: “la realtà sul turismo ponzese”

Continuando con il nostro percorso, siamo giunti all’antichissima chiesa di San Silverio e Santa Domitilla, rispettivamente patrono e patrona dell’isola. Da qui si intravede dietro l’angolo la nuova location di uno storico locale ponzese, un ristorante che per le sue maestranze e competenze è stato insignito 14 anni fa della stella michelin. Parliamo proprio dell’Acqua Pazza dello chef Gino Pesce e la moglie Patrizia Ronca, riferimento ponzese di cucina gourmet da 30 anni. Una location tutta nuova dunque, ci viene spiegato, e visitandola ci accorgiamo del perché. Il ristorante prima era ubicato nella piazzetta principale del porto mentre oggi si trova dietro la suddetta chiesa e si sviluppa su un angolo della scogliera in diversi piani terrazzati con un panorama unico al mondo. Una vista mozzafiato, un luogo che ispira mare, natura e meraviglia. Un ristorante e Cocktail Bar dunque, che offre ai suoi clienti un doppio spettacolo, il primo panoramico e il secondo enogastronomico, basato su una cucina di qualità improntata sulla materia prima del territorio.

Va detto che Acqua Pazza dal 2019 ha aperto di molto i suoi orizzonti e la sua missione d’accoglienza dapprima con un progetto chiamato Casa Pesce in via Dragonara, un B&B per un tranquillo e curato soggiorno poi, da quest’anno, anche con un Cocktail Bar, appunto Bar dei Pesci, nella vecchia sede del ristorante giù in piazzetta; assolutamente di nota la grande pasticceria di produzione propria.
Una trilogia che porta ad una completa esperienza turistica che Gino e la sua troupe ha voluto regalare a chi vuole vivere pienamente l’isola.

Paolo Mercurio e l’aperitivo con tuffi al tramonto di Chiaia di luna

Altro giorno altra avventura. Dopo una immancabile tappa a Punta Incenso per visitare la le scogliere della parte opposta dell’isola ci siamo finalmente concessi un emozionante giro turistico in barca al tramonto. Non potevamo scegliere che lui, una istituzione di Ponza: Paolo Mercurio e la sua deliziosa e confortevole M/B Adriana. Con Paolo, la sua simpatia ed esperienza, abbiamo effettuato il giro della parte sud dell’isola, dal porto fino a Chiaia di Luna e ritorno, fermandoci nei punti più suggestivi della costa per tuffarci in sicurezza e libertà ed esplorare i fondali e grotte costiere. Una indimenticabile esperienza che ci ha fatto apprezzare l’isola anche dal mare: la storia del Faro della Guardia, i mitici faraglioni (tra cui la zampa d’elefante), la punta del presepe, i vitigni di fieno, le grotte di pilato e la spiaggia di Chiaia di Luna dove, oltre all’ultimo tuffo nelle cristalline acque, ci è stato offerto un gustoso aperitivo al tramonto a base di cozze patelle, risorosamente pescate al momento da Paolo, vino bianco e stuzzichini. Una avventura da conservare nel cuore, una persona generosa e familiare che ci ha donato uno dei piu bei ricordi di vita. Infine un giro in notturna tra gli yacht nella baia della spiaggia di Frontone ci ha permesso di ammirare le scintillanti luci dell’isola dal mare e avere una visione più romantica del frenetico porto.

La nostra visita a Ponza è terminata con un ultimo itinerario, un bagno nelle piscine naturali di Cala Feola, all’ombra della sua paradisiaca grotta immersa nella natura, e un pranzo al vicino ristorante La Marina con l’imperdibile assaggio di uno dei piatti più particolari e caratteristici del locale e dell’isola (c’è chi viene a Ponza solo per provarlo): la sensazionale parmigiana di pale di fico d’India, da poco riconosciuta anche PAT (prodotto agroalimentare tradizionale).
L’estate di Ponza è dunque una vacanza piena, senza rinunce e tante belle realtà, un esempio positivo per godersi in serenità e rispetto delle norme sanitarie le proprie vacanze rigorosamente italiane.
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