Ostia, malato di covid-19 direttore di supermercato di rientro dalle vacanze

21 agosto 2020 | 09:00
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Ostia, malato di covid-19 direttore di supermercato di rientro dalle vacanze

Febbre e polmonite, ricoverato al “Grassi” direttore di supermercato che ha trascorso le vacanze a Gallipoli e Capri. Il suggerimento degli esperti: “Isolamento obbligatorio e vigilato per i positivi”

Ostia – E’ appena rientrato dalle vacanze trascorse prima a Gallipoli e poi a Capri l’uomo di 37 anni, direttore di un supermercato, che si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale “Grassi” con febbre alta e i sintomi del covid-19. Il tampone e i successivi esami hanno confermato: è nella prima fase di una polmonite interstiziale.

Preoccupa per la sua portata il caso registrato nella notte scorsa presso l’ospedale “Grassi”. Il paziente ha raggiunto il pronto soccorso con una febbre persistente, tosse e fame d’aria. I medici l’hanno visitato e sottoposto a tampone per confermare che da subito è apparsa come una diagnosi inevitabile: covid-19.

Il malato è stato sottoposto immediatamente a isolamento e quasi certamente verrà trasferito all’ospedale “Spallanzani” specializzato in malattie infettive.

L’uomo, italiano di 37 anni, ha riferito di aver passato le vacanze a Gallipoli e, successivamente, prima di rientrare a Ostia, a Capri. La Asl Roma 3 ha avviato le previste procedure di tracciamento epidemiologico. Molto probabilmente non dovrebbe esserci pericolo per i colleghi del supermercato in quanto il malato non avrebbe fatto rientro a lavoro dopo essere tornato dalle ferie.

Intanto l’esplosione di casi positivi sta facendo maturare tra gli addetti ai lavori un convincimento: bisogna passare dall’isolamento fiduciario dei soggetti riscontrati positivi al tampone a quello obbligatorio e confinato. Non ci si può permettere la crescita esponenziale del contagio. L’abbassamento dell’età media dei soggetti trovati positivi, infatti, espone alla concreta possibilità che quei giovani non rispettino la quarantena fiduciaria, siano inosservanti delle raccomandazioni dei sanitari, magari venendo a contatto con familiari e conoscenti a rischio per età e patologie.

Meglio sarebbe confinare i positivi in strutture dedicate come per esempio alberghi o residence dove il controllo da parte delle autorità sanitarie sarebbe costante e puntuale.