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Covid-19, Conte: “Stadi? Assembramento assicurato, riaprire è inopportuno”

5 settembre 2020 | 15:28
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Covid-19, Conte: “Stadi? Assembramento assicurato, riaprire è inopportuno”

Il Premier: Voglio dire che, ancora una volta, noi italiani ci dimostriamo responsabili e disciplinati rispetto ad altri paesi”

Roma – “Il governo non ha mai riaperto le discoteche ma alcune Regioni hanno deciso diversamente, con alcuni protocolli che però è stato difficile rispettare. Quanto agli stadi, l’assembramento è inevitabile, dentro, sugli spalti, come entrando e in uscita: l’apertura, io personalmente, la trovo inopportuna“.

E’ così che il presidente del Consiglio Giuseppe Contecommenta la pandemia in atto, le chiusure degli stadi, il dialogo con l’opposizione e la gestione dei fondi europei.

I verbali del Comitato tecnico-scientifico sono rimasti riservati, ma non sono mai stati secretati, sono due concetti diversi. Ora tutti i cittadini potranno vedere quello che dicevano gli esperti e quello che abbiamo deciso noi” .

“Abbiamo un sistema di monitoraggio elevato e possiamo affrontare l’autunno con fiducia – afferma il Premier -, senza un nuovo lockdown. Siamo nelle condizioni di attuare, se ce ne sarà bisogno, chiusure mirate e circostanziate”.

Si trascura il numero di tamponi. E’ chiaro che se facciamo più tamponi scopriamo più contagiati, la cosa è fisiologica. Il numero è cresciuto – dice il Presidente del Consiglio -, ed è l’effetto dei contagi agostani. Ma voglio dire che, ancora una volta, noi italiani ci dimostriamo responsabili e disciplinati rispetto ad altri paesi”.

“Noi vogliamo gestire una pandemia in corso, una pandemia che è ancora in corso. Oggi c’è una manifestazione a Roma (leggi qui) di persone che pensano che non esiste. A loro rispondiamo con i numeri. Punto – afferma il Presidente del Consiglio -. Quando si parla di opposizione si parla di tre partiti di centrodestra con esponenti dai temperamenti diversi”.

“Con Fi il dialogo è costante e molto istituzionale e rispetto dei ruoli, con Meloni anche. Con Salvini invece quando lascio un messaggio non vengo richiamato – sostiene -. Invece con il governo attuale, rispetto al Conte I, non c’è più un contratto stipulato tra forze diverse per cerca di accogliere istanze differenti, ma un programma che sento molto mio, alla cui stesura ho collaborato direttamente”.

Al Referendum voterò sì perché non viene assolutamente pregiudicata la funzionalità del Parlamento – dichiara Conte -. E’ chiaro che le forze di maggioranza le vedo in difficoltà in questa competizione elettorale. Il centrodestra si presenta unito, riesce a farsi trovare puntuale agli appuntamenti elettorali”.

“Mentre le forze di maggioranza vanno in ordine sparso. Bisogna tenere conto di questo, un dato che rende la lotta impari – prosegue -. Ma sull’impatto sulla sopravvivenza del governo ritengo di no, che non ci saranno contraccolpi. Qui abbiamo prospettive di lavorare per la ricostruzione, andremo avanti”.

“Il mio appello è stato da alcuni frainteso – dice il Capo del Governo – mentre è stato un appello al dialogo tra forze di maggioranza, che stanno sperimentando un’esperienza di governo insieme. Va fatto e continuerò anche a farlo in futuro”.

Stiamo lavorando sempre meglio, è chiaro che sia auspicabile ci sia una continuità anche a livello territoriale – continua -. Non sono riuscito nell’intento di vedere le forze di maggioranza unite alle prossime regionale, ne prendiamo atto, ma la direzione di marcia deve essere quella”.

Per quando riguarda il Mes, non bisogna pensare che chiedendo 36-38 miliardi verranno investiti tutti nella sanità. La nostra finanza pubblica andrebbe a rotoli. Se avremo bisogno di ulteriore finanza, in particolare per la Sanità, andrò in Parlamento e ne discuteremo nell’interesse generale” ha concluso il Premier.  ( fonte AdnKronos)