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Terracina2020, le proposte di Europa verde per una pesca sempre più green

Subiaco: "Vogliamo creare a Terracina un BioDistretto Itticoalimentare, sviluppando un modello di produzione e consumo prevalentemente locale che crea ricchezza per tanti e non per pochi"

Terracina – Ieri, in occasione di un evento organizzato da Domenico Monti, candidato al Consiglio Comunale per Europa Verde Terracina, con il supporto di Marco Capasso, anche lui candidato al Consiglio Comunale per Europa Verde Terracina, il candidato sindaco dei verdi, Gabriele Subiaco, ha incontrato cittadini e imprese del mondo della pesca, presso la Cooperativa La Sirena, una delle realtà storiche di Terracina nel settore della Pesca.

Subiaco ha introdotto in breve il programma elettorale di Europa Verde Terracina e ha poi approfondito tecnicamente con analisi e proposte la questione cruciale del Porto di Terracina, da decenni un’area in attesa di sistemazione ma che versa in uno stato di assoluto degrado con l’assenza dei servizi di base minimi: bagni,
illuminazione, collegamenti efficienti con la linea ferroviaria fl7 Roma-Napoli, servizio taxi, servizi informativi per i turisti, raccolta dei rifiuti per la nautica da diporto e tutte le altre attività portuali che di rifiuti ne producono tanti.

La questione del Porto

“Quella del porto è un’area – hanno sottolineato da Europa verde – che da anni è incancrenita da una serie di situazioni (l’area camper “selvaggia”, le giostre estive appena rimosse, il parcheggio lunga sosta), che la rendono una vetrina poco decorosa per una città che ospita centomila turisti in transito durante l’estate verso le isole pontine e che dovrebbe, invece, porsi il problema di come servirli al meglio, anche per convincere una quota di quei turisti a soggiornare nella nostra città.

Il porto è sicuramente una importante risorsa economica e di sviluppo imprenditoriale e lavorativo di questa città, come dimostra la crescente domanda di posti barca per la nautica da diporto o le potenzialità delle cosiddette “autostrade del mare” e delle “metropolitane del mare” (incluse nella pianificazione strategica regionale per assicurare il trasporto veloce misto passeggeri/merci) con la conseguente diminuzione della movimentazione su gomma delle merci e dei passeggeri e con un positivo ritorno sui costi di trasporto e sull’ambiente.

Occorre, quindi, riorganizzare tutta l’area portuale di Terracina con un Piano integrato di Riqualificazione che – prosegue la nota – che si basi sulle esigenze specifiche per le 3 tipologie di utenza attuali del Porto di Terracina: i turisti in transito verso le isole ponziane, i diportisti e l’attività di pesca, prevedendo servizi primari (informativi, illuminazione, igienici, colonnine di acqua ed elettricità, punti per lo smaltimento dei rifiuti).

E ancora: una stazione marittima; una struttura di parcheggio in loco o decentrata ma facilmente velocemente collegata con il Porto; un progetto di mobilità dell’area portuale con il trasferimento in questa area del Polo Trasporti; la creazione di una darsena nel porto turistico di Terracina e la risistemazione e adeguamento degli approdi di Badino e Foce Sisto; il rifacimento delle banchine; l’eliminazione della barra sabbiosa all’ingresso del porto che provoca l’insabbiamento; l’escavo del canale per risolvere il problema della ridotta profondità all’interno del canale di navigazione dovuta all’accumulo negli anni di materiale.

L’economia del mare

Non solo. Il candidato sindaco Gabriele Subiaco ha introdotto la visione di Europa Verde Terracina per la creazione di impresa e lavoro attorno alla risorsa mare, cercando di cogliere le opportunità di sviluppo offerte dalla economia del mare nelle sue aree di sviluppo e quindi di finanziamento, come le energie rinnovabili in ambito marino (soprattutto produzione di energia con l’eolico o sfruttamento del moto ondoso); il trasporto marittimo (con le autostrade e metropolitane del mare per il trasporto veloce misto passeggeri/merci); il turismo costiero (balneare, ma anche pescaturismo ed ecoturismo, con la valorizzazione dei nostri SIC/ZSC, aree marine protette, ricche di specie ed habitat protetti come la posidonia oceanica); l’Acquacoltura (con impianti meno impattanti e gestiti con criteri di rispetto dell’ecosistema localizzati in aree idonee, non ad elevato valore paesaggistico e turistico.

E ancora: l’ittica (con lo sviluppo della pesca sostenibile e dell’intera filiera puntando su catene produttive e di consumo localizzate); l’ambiente (visto non solo come ecosistema da tutelare ma anche come risorsa da mettere a valore per creare sviluppo economico sostenibile puntando sul recupero e il riciclo dei materiali naturali e sulle potenzialità dell’Economia Circolare e della Bioeconomia in ambito marino); la nautica (un settore importante per il nostro Paese che va sostenuto ma anche organizzato per venire incontro alla domanda di posti barca, ma soprattutto di servizi necessari, e spesso carenti, nei porti e negli approdi).

L’inquinamento del mare

Si è poi introdotto il tema, molto caro agli ecologisti pescatori, dell’inquinamento del mare, soprattutto dalla plastica, con dati impressionanti ed effetti devastanti, continuando a promuovere progetti di pulizia del mare e dei fondali dai rifiuti, plastica e reti come fatto con il progetto fishing for Litter Terracina coordinato da Legambiente e che ha visto partire nella nostra città una sperimentazione a maggio 2018.

Le proposte di Europa verde

Ma, infine, quali sono queste proposte di Europa verde a sostegno del mondo della pesca? “Le proposte di Europa Verde Terracina – spiega il candidato sindaco – riguardano la promozione della pesca sostenibile, che porta vantaggi a tutti, ai pescatori, ai commercianti, ai ristoratori e ai consumatori, fondamentale per continuare a garantire un futuro a questa attività, in modo da prelevare dal mare solo ciò che serve, senza sprechi, utilizzando reti/attrezzi/tecniche di pesca che rispettano l’ecosistema, favorendo un consumo sostenibile e locale del pescato sottraendosi alle logiche spesso aberranti della Gdo (Grande Distribuzione Organizzata), basate sul valore di mercato di poche specie riconosciute, sui grandi volumi e sul prezzo.

Vogliamo creare qui a Terracina un BioDistretto Itticoalimentare, sviluppando un modello di produzione e consumo prevalentemente locale che crea ricchezza per tanti e non per pochi, ed è economico, sano e rispettoso dell’ambiente, con lo sviluppo della filiera ittica locale costituita da: pesca-trasformazione del prodotto-vendita- ristorazione-turismo (Pescaturismo ed Ecoturismo), puntando decisamente sulla creazione di un Brand, ad esempio: “Il Pesce di Terracina, Città del Mare” e utilizzando le piattaforme di e-commerce per ampliare e destagionalizzare l’offerta e la vendita dei prodotti e servizi.

In questa ottica – prosegue il candidato sindaco – diventa essenziale riqualificare i mercati cittadini a cominciare dal mercato della Marina, una riqualificazione fatta adottando i più moderni criteri di progettazione di “un green building” come proposto nel progetto del laboratorio di rigenerazione urbana di Legambiente già qualche anno fa, utilizzando fondi europei. Mercato che deve essere al centro del Biodistretto e che può essere davvero una delle grandi opportunità di Sviluppo futuro di questa Città come spazio multifunzionale (mercato, luogo di Ristorazione, Centro promozionale della cultura del cibo con eventi e attività di livello).

Noi, come Europa Verde Terracina, vogliamo utilizzare le possibilità di sviluppo offerte dal Green New Deal per realizzare progetti competitivi di sviluppo della Blu Economy e della Pesca. Utilizzando i Fondi FEAMP non per costruire il terzo ponte sul canale ma – conclude la nota .  per sviluppare la filiera ittica perché sono soldi dei pescatori”.

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