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Azzolini: “Ecco perché Energie per Fiumicino voterà ‘no’ al referendum”

9 settembre 2020 | 10:46
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Azzolini: “Ecco perché Energie per Fiumicino voterà ‘no’ al referendum”

Il presidente del circolo Energie per Fiumicino: “La vera riforma da fare dovrebbe diversificare i compiti tra Camera e Senato”

Fiumicino – “Il prossimo 20 e 21 settembre saremo tutti chiamati alle urne per decidere se confermare o meno il taglio dei parlamentari (leggi qui) tanto voluto dall’antipolitica incarnata, in particolare, dal Movimento 5 Stelle”. Inizia così una nota diffusa da Orazio Azzolini, presidente del circolo Energie per Fiumicino.

“I fautori del sì – spiega Azzolini – faranno leva principalmente su due argomenti: il risparmio economico ed un allineamento al resto d’Europa del numero dei nostri parlamentari. Proviamo a vederci chiaro. Per quanto riguarda il primo argomento, è stato calcolato che, nella migliore delle ipotesi, il risparmio sarà di circa cento milioni di euro all’anno. Considerando l’ammontare dell’intera spesa pubblica e facendo un paragone con uno stipendio normale, è come se ognuno di noi ogni mese risparmiasse il costo di un caffè. Praticamente, con questo intervento non risolviamo di certo il problema dell’enorme debito pubblico che ci portiamo dietro”.

“Ma risparmiare questo caffè, quanto ci costerà in termini reali? Il cuore del problema è tutto qui. Un sistema democratico ha bisogno di un equilibrio dei poteri ma anche di un equilibrio nella rappresentanza. Avere delle assemblee troppo grandi può significare ritardare troppo le decisioni da prendere, ma assemblee troppo piccole vuol dire che le decisioni rischiano di essere in mano ad un numero troppo ristretto di persone”, continua.

“Chi sostiene il ‘sì’ al referendum ci dice che in Italia ci sono troppi parlamentari rispetto agli altri Paesi europei. In valore assoluto è vero, anche se bisogna considerare che mentre noi contiamo due Camere, 14 paesi su 27 ne hanno una sola quindi, il confronto è palesemente falsato. Un confronto più corretto dovrebbe essere fatto su quanti parlamentari abbiamo in Italia ogni 100.000 abitanti e paragonare questo valore a quello di Paesi simili al nostro come Francia, Germania o Spagna per esempio. Ed è su questo fronte che si scoprono alcune sorprese molto interessanti. In uno studio effettuato dal nostro Senato nel 2011 ( in tempi non sospetti quindi ), si legge che sui 27 Paesi dell’Unione Europea l’Italia è al posto numero 22 per numero di parlamentari ogni 100.000 abitanti. Volendo dirla in modo ancora più chiaro: nell’Unione Europea ci sono ben 21 Paesi che hanno più parlamentari di noi ogni 100.000 abitanti. Siamo convinti che già questo dato screditi completamente la posizione di chi sostiene che in Italia i parlamentari sono troppi, ma volendo fare una ulteriore riflessione vediamo che il rapporto tra parlamentari e abitanti in Italia è 1,6, in Polonia è 1,4, in Francia e Spagna siamo a 1,3. In Germania il rapporto vale 0,8, però bisogna tenere conto che ai loro parlamentari bisogna aggiungere ben 1875 ‘consiglieri regionali’ (i componenti delle assemblee dei lander) contro i nostri 897″.

Con l’introduzione della riforma, avremo complessivamente 600 parlamentari (esclusi i senatori a vita) che porterebbe il rapporto parlamentari/abitanti a 1,0 molto al di sotto non solo rispetto alla Francia che ha più o meno i nostri stessi abitanti, ma anche della Spagna, della Polonia e perfino dei Paesi Bassi!

“È evidente a questo punto che questa riforma dovrebbe essere respinta non solo perché produrrebbe effetti potenzialmente pericolosi sulla rappresentanza, ma anche perché non affronta i veri problemi del nostro sistema istituzionale. Come abbiamo detto, su 27 Paesi dell’Unione solo 12 hanno anche un Senato e di questi solo 1 ha entrambe le camere che fanno le stesse cose (l’Italia). A questo si aggiunge che la diversa base elettorale delle due Camere non produce gli stessi risultati elettorali, con una ancora maggiore complicazione nella formazione delle maggioranze governative e nelle approvazioni delle Leggi. La vera riforma da fare dovrebbe quindi affrontare il tema della diversificazione dei compiti tra Camera e Senato, magari trasformando quest’ultimo in una vera e propria ‘Camera delle Regioni’, come avviene in moltissimi Paesi e lasciando la votazione sulla fiducia al Governo alla sola Camera”.

“L’Italia, è sempre bene ricordarlo, è un grande Paese ed i suoi sessanta milioni di abitanti hanno diritto a delle istituzioni efficienti ed a dei livelli di rappresentanza adeguati al suo status. Per questo oggi dobbiamo difendere la Costituzione dall’attacco dell’antipolitica e tutti insieme dire convintamente ‘no’ a questa finta e dannosa riforma”.
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