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Cronaca Locale
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Malafede, riemersa una vasca di epoca romana risalente al V secolo a.C.

10 settembre 2020 | 18:38
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Malafede, riemersa una vasca di epoca romana risalente al V secolo a.C.
Malafede, riemersa una vasca di epoca romana risalente al V secolo a.C.
Malafede, riemersa una vasca di epoca romana risalente al V secolo a.C.
Malafede, riemersa una vasca di epoca romana risalente al V secolo a.C.
Malafede, riemersa una vasca di epoca romana risalente al V secolo a.C.
Malafede, riemersa una vasca di epoca romana risalente al V secolo a.C.

La Soprintendenza Speciale: “Ritrovamento che aiuta a svelare un nuovo segreto dell’Antica Roma”

Ostia – Il territorio di Roma continua a meravigliare e a regalare emozioni: è stata infatti scoperta una vasca di epoca romana all’interno di un terreno di via Ostiense. Il rudere è venuto fuori all’altezza del quartiere Malafede.

La struttura, probabilmente, risale al V secolo a.C. Lunga oltre i 40 metri, accanto sono riemerse tracce di un antico villaggio romano con un’articolata stratificazione di edifici e costruzioni che si estendono su una superficie di due ettari.  I ritrovamenti archeologici sono iniziati a riemergere dal mese di giugno 2019, con la Soprintendenza Speciale di Roma che ha riportato gradualmente alla luce tutto il sito storico.

“Una scoperta che rinnova lo stupore nei confronti di Roma e delle infinite storie che ha ancora da raccontare. Trovarsi di fronte a un tale rinvenimento ha lasciato sorpresi anche i nostri archeologi – dichiara la Soprintendente Speciale Daniela Porro –: un contesto ricco e complesso, che sta a testimoniare quanto Roma, anche al di fuori dei suoi confini cittadini, abbia ancora tanto da regalare e da svelare ai suoi abitanti e non solo. Un altro successo dell’archeologia preventiva, essenziale per non disperdere il nostro passato, e per tutelare e per valorizzare territori che, altrimenti, resterebbero inesplorati”.

Il territorio in cui è compreso anche il fosso di Malafede, abitato fin dall’età preistorica, è stato soggetto a numerose trasformazioni nel corso del tempo, come testimoniano anche i preziosi reperti recuperati durante le indagini archeologiche.

“Lo scavo, in tutta la sua grandezza, ci parla di un luogo importante – spiega Barbara Rossi, responsabile scientifico per le indagini archeologiche della Soprintendenza Speciale di Roma – che ha avuto vita per oltre otto secoli come dimostrano la quantità e soprattutto la qualità delle costruzioni ritrovate, come la vasca monumentale del IV secolo avanti Cristo rinvenuta in tutta la sua ampiezza. L’approfondito studio del gran numero di materiali che questa indagine ci ha restituito e continua a restituirci – legni, terrecotte, oggetti metallici, iscrizioni – ci potrà svelare i segreti di questo straordinario angolo del territorio di Roma“.

Proprio per questo, è in fase avanzata il progetto di valorizzazione in sito di quelli che sono i più importanti ritrovamenti; valorizzazione volta a raccontare le diverse epoche e i vari insediamenti che hanno caratterizzato la zona.

I ritrovamenti archeologici su via di Malafede

Le indagini di archeologia preventiva di via di Malafede, iniziate nel giugno del 2019 sotto la direzione della Soprintendenza Speciale di Roma e condotte da Eos Arc, si sono sviluppate in una porzione di territorio molto vasta, che da via Ostiense arriva a via Cristoforo Colombo e, per il suo valore ambientale e le sue testimonianze storiche, sottoposta a tutela dal 1997.

Lo scavo ha interessato oltre 20.000 metri quadrati (2 ettari) tra via di Malafede, la linea ferroviaria Roma-Lido e via Ostiense, riportando alla luce una complessa stratificazione di edifici e costruzioni che si sono sovrapposti anche a breve distanza di tempo, ma per oltre otto secoli. La forte presenza di acqua di falda e di risalita dal Tevere, ha reso le indagini archeologiche difficili e necessario l’impiego di sofisticate tecniche di scavo con dispositivi per prosciugare vaste porzioni di terreno.

I ritrovamenti, per qualità, quantità e il lungo arco temporale che attraversano, testimoniano l’importanza delle attività che lì si svolgevano. L’area di scavo si dimostra un rilevante nodo di viabilità, di terra e d’acqua, per il collegamento di Roma, al mare, a Ostia, alla zona di Castel Porziano fino a Trigoria, anche grazie al fosso di Malafede, per secoli rimasto navigabile verso l’interno, e soprattutto confine tra i territori dell’Urbe e quelli della colonia ostiense.

Il contesto storico e geografico del sito archeologico

Lo scavo ha portato alla luce un insediamento che, fin dalla sua nascita nel V secolo Avanti Cristo, era collocato all’interno della colonia di Ostia fondata e dipendente da Roma anche se amministrativamente staccata dall’Urbe, ma a poche decine di metri dal confine tra le due città, contrassegnato dal fosso di Malafede. Una posizione rilevante, forse non casuale, che si inserisce in un contesto più vasto, ricco di testimonianze storiche, e che mantiene pressoché inalterate le sue particolari condizioni ambientali dalla vicina Tenuta di Castel Porziano all’area naturalistica del Parco di Decima di Malafede.

Il territorio era abitato fin dall’età preistorica, come testimoniano gli abbondanti rinvenimenti, emersi fin dagli anni Cinquanta del Novecento, di oggetti lavorati in pietra del periodo Neolitico. Di epoca protostorica è la necropoli risalente tra l’VIII e il VII secolo avanti Cristo individuata all’interno della Tenuta di Castel Porziano.

In età romana, invece, l’area è nota grazie alle fonti: in particolare Plinio racconta della sua villa Laurentina in un territorio vocato a ville e pascoli grazie alla presenza di acqua, garantita dal vicino fosso di Malafede e dal passaggio di una importante rete idrica, testimoniata dal rinvenimento in tempi recenti di numerosi tratti di acquedotti.

Proprio l’area dell’attuale scavo era già nota archeologicamente per il ritrovamento e l’approfondito studio di una di queste infrastrutture idriche, identificata con il primo tratto dell’acquedotto Ostiense, avvenuto sul finire degli anni Novanta del secolo scorso. Nel comprensorio di Malafede sono state inoltre individuate due ville di età imperiale: quella all’interno di un camping e quella attribuita alla proprietà di Fabio Cilone, senatore e Præfectus Urbi di epoca severiana che, sempre secondo le fonti antiche, inoltre possedeva una sontuosa dimora urbana sull’Aventino, colle dove si trova anche il suo mausoleo.

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