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Pomezia, uno scheletro umano del periodo tardo antico al Museo Lavinium foto

Uno scheletro umano scoperto durante gli scavi della Villa romana di via Siviglia torna alla luce per un progetto di ricerca in collaborazione con l'Università Europea di Valencia.

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Pomezia – Uno scheletro umano del periodo tardo antico scoperto durante gli scavi della Villa romana di via Siviglia di più di 10 anni fa, perfettamente conservato al Museo Lavinium, torna alla luce per un progetto di ricerca del Comune di Pomezia in collaborazione con l’Università Europea di Valencia.

Un giovane uomo di circa 25 anni, alto 1.60 m, sepolto all’interno di una tomba appartenente alla tipologia chiamata “alla cappuccina”, molto diffusa nel periodo romano tardo antico: sono questi i primi dati rilevati dall’analisi, l’osservazione e la schedatura dell’apparato scheletrico oggetto dello studio.

A guidare il team di ricerca internazionale lo staff di archeologi impegnati nella terza campagna di scavi e studio del Sepolcreto Ostiense presso la Basilica di San Paolo f.l.m., guidato dal Prof. Llorenç Alapont Martin dell’Università Europea di Valencia, da anni protagonista di diversi progetti in Italia riguardanti in particolare l’archeologia funeraria, tra i quali lo scavo e lo studio della necropoli di Porta Nola a Pompei e quello, ancora in corso, della necropoli di Porta Sarno e della necropoli altomedioevale rinvenuta lo scorso anno a Privernum.

La collaborazione tra il Comune di Pomezia e l’Università di Valencia, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma Capitale, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, è partita ufficialmente ieri presso il Museo Lavinium con una lezione del Prof. Alapont Martin incentrata proprio sullo studio dello scheletro umano rinvenuto nel nostro territorio: dallo studio dei resti umani è possibile ricostruire l’identikit di una popolazione, dalle pratiche funerarie è possibile capirne gli usi e i costumi.

“Nonostate tutte le difficoltà del momento – dichiara Federica Colaiacomo, responsabile scientifica del Museo Lavinium – la ricerca va avanti, e il Museo Archeologico Lavinium, supportato dalla volontà dell’Amministrazione Comunale sempre pronta ad accogliere nuove proposte e stimolanti idee, ne sta dando ampia dimostrazione”.

“Siamo onorati di collaborare con l’Università di Valencia e il team del Prof. Alapont Martin – aggiunge il vice Sindaco Simona Morcellini – Una lezione affascinante quella a cui abbiamo assistito all’interno della splendida cornice del Museo Lavinium: la ricerca scientifica e la passione delle nuove generazioni di studenti sono motori indispensabili per la crescita culturale del nostro Paese e dell’umanità intera”.

“Il nostro Museo, così come l’area archeologica, sono tesori da conservare e valorizzare – conclude il Sindaco Adriano Zuccalà – Vogliamo condividere al più presto con la cittadinanza queste nuove ricchezze che tornano alla luce grazie alla collaborazione avviata con l’Università di Valencia. Ringrazio la responsabile scientifica del Museo, la Soprintendenza e il Prof. Alapont Martin per la grande occasione che stanno dando alla nostra Città”.​

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