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Scauri, lo sdegno di una villeggiante: “Il lido ha negato un lettino a mia figlia disabile”

12 settembre 2020 | 13:26
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Scauri, lo sdegno di una villeggiante: “Il lido ha negato un lettino a mia figlia disabile”

La precisazione dei gestori: “Non possiamo mettere a disposizione dell’area di arenile che non abbiamo in concessione la nostra attrezzatura da spiaggia”

Minturno – Ha voluto manifestare il suo disappunto con una breve lettera di protesta nella quale sottolinea: “I gestori del lido hanno negato un lettino a mia figlia disabile”. Si tratta di una nota di protesta di una turista che, evidentemente, esprime risentimento per il presunto trattamento che sarebbe stato riservato a lei e alla sua famiglia in uno stabilimento balneare di Scauri.

Qualche giorno fa la scrivente ha scelto di trascorrere una giornata di mare sul litorale della cittadina balneare del sud pontino, ma secondo il suo racconto, “i gestori del lido hanno negato un lettino a mia figlia disabile che ha anche una grave forma di scoliosi, perché non potevano spostarlo sulla spiaggia libera. Seppure ci siamo offerti di pagare il noleggio. Io non volevo sostare sull’area destinata al lido privato poiché ritenevo di mettere a rischio la salute di mia figlia in quanto ritenevo ci fosse troppa gente. Alla fine mi sono vista costretta a cambiarle il pannolone in macchina”.

Eppure la vicenda, alla quale hanno assistito anche altri bagnanti dello stabilimento, lascia perplessi i clienti abituali dello stabilimento, i quali nel riportare “l’area familiare che si respira in questo punto” evidenziano anche come “si tratta di ragazzi (parlando dei giovanissimi gestori ndr) che arrivano finanche a mettere il lettino in acqua per rendere il soggiorno dei disabili il più agevole possibile”.

Dispiaciuti e anche disorientati dalla protesta della signora i titolari dello stabilimento hanno dichiarato di “aver effettivamente ricevuto la richiesta di spostare il lettino sulla spiaggia libera. Ma non siamo autorizzati. Non possiamo mettere a disposizione dell’area di arenile che non abbiamo in concessione la nostra attrezzatura da spiaggia. Abbiamo, però, invitato la signora e la sua famiglia a occupare uno dei nostri ombrelloni come nostra ospite”.

La donna era giustamente preoccupata per la salute della figlia, ma i gestori dello stabilimento hanno offerto un’alternativa. Una spiacevole vicenda, dunque, nata solo da un grande fraintendimento.
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