Il monito del Papa: “Una Chiesa che non è in uscita è una Chiesa malata”

20 settembre 2020 | 13:30
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Il monito del Papa: “Una Chiesa che non è in uscita è una Chiesa malata”

Il Pontefice: “E’ meglio una Chiesa incidentata, per uscire, per annunziare il Vangelo, che una Chiesa ammalata da chiusura. Dio esce sempre, perché ama. La Chiesa deve fare lo stesso”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “La Chiesa deve essere come Dio, sempre in uscita. Quando la Chiesa non è in uscita si ammala… È vero che quando uno esce c’è il pericolo di un incidente, ma è meglio una Chiesa incidentata per uscire e annunciare il Vangelo che una Chiesa ammalata per la chiusura”.

Lo ribadisce Papa Francesco, affacciandosi su piazza San Pietro per la tradizionale preghiera dell’Angelus. Commentando il brano evangelico di questa domenica (cfr Mt 20,1-16) che narra la parabola dei lavoratori chiamati a giornata dal padrone della vigna. “Attraverso questo racconto, Gesù ci mostra il sorprendente modo di agire di Dio, rappresentato da due atteggiamenti del padrone: la chiamata e la ricompensa”, spiega il Papa.

Nella parabola il padrone della vigna “esce in piazza e chiama a lavorare per lui: alle sei, alle nove, alle dodici, alle tre e alle cinque del pomeriggio”. Un’immagine che Francesco definisce toccante: “Quel padrone rappresenta Dio che chiama tutti e chiama sempre, a qualsiasi ora. Dio agisce così anche oggi: continua a chiamare chiunque, a qualsiasi ora, per invitare a lavorare nel suo Regno. Questo è lo stile di Dio, che a nostra volta siamo chiamati a recepire e imitare”.

“Egli non sta rinchiuso nel suo mondo, ma ‘esce’: Dio sempre è in uscita, cercando noi; non è rinchiuso: Dio esce. Esce continuamente alla ricerca delle persone, perché vuole che nessuno sia escluso dal suo disegno d’amore”, sottolinea il Pontefice, rimarcando: “Anche le nostre comunità sono chiamate ad uscire dai vari tipi di ‘confini’ che ci possono essere, per offrire a tutti la parola di salvezza che Gesù è venuto a portare. Si tratta di aprirsi ad orizzonti di vita che offrano speranza a quanti stazionano nelle periferie esistenziali e non hanno ancora sperimentato, o hanno smarrito, la forza e la luce dell’incontro con Cristo”.

La Chiesa deve essere come Dio: sempre in uscita; e quando la Chiesa non è in uscita, si ammala di tanti mali che abbiamo nella Chiesa. E perché queste malattie nella Chiesa? Perché non è in uscita. E’ vero che quando uno esce c’è il pericolo di un incidente. Ma è meglio una Chiesa incidentata, per uscire, per annunziare il Vangelo, che una Chiesa ammalata da chiusura. Dio esce sempre, perché è Padre, perché ama. La Chiesa deve fare lo stesso: sempre in uscita.

Il secondo atteggiamento del padrone è il suo modo di ricompensare i lavoratori: “Come paga, Dio? Il padrone si accorda per ‘un denaro’ con i primi operai assunti al mattino. A coloro che si aggiungono in seguito invece dice: ‘Quello che è giusto ve lo darò’. Al termine della giornata, il padrone della vigna ordina di dare a tutti la stessa paga, cioè un denaro”.

“Quelli che hanno lavorato fin dal mattino sono sdegnati e si lamentano contro il padrone, ma lui insiste: vuole dare il massimo della ricompensa a tutti, anche a quelli che sono arrivati per ultimi. Sempre Dio paga il massimo: non rimane a metà pagamento. Paga tutto. E qui si capisce che Gesù non sta parlando del lavoro e del giusto salario, che è un altro problema, ma del Regno di Dio e della bontà del Padre celeste”.

E spiega: “Dio si comporta così: non guarda al tempo e ai risultati, ma alla disponibilità, guarda alla generosità con cui ci mettiamo al suo servizio. Il suo agire è più che giusto, nel senso che va oltre la giustizia e si manifesta nella Grazia. Tutto è Grazia. La nostra salvezza è Grazia. La nostra santità è Grazia. Donandoci la Grazia, Egli ci elargisce più di quanto noi meritiamo”.

“Ricordiamo chi è stato il primo santo canonizzato nella Chiesa: il Buon Ladrone. Ha ‘rubato’ il Cielo all’ultimo momento della sua vita: questo è Grazia, così è Dio. Anche con tutti noi. Invece, chi cerca di pensare ai propri meriti, fallisce; chi si affida con umiltà alla misericordia del Padre, da ultimo – come il Buon Ladrone – si trova primo”, conclude il Papa.

Poi, l’immancabile saluto: “A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci”. Nessun accenno, invece, all’anniversario della presa di Roma e la breccia di Porta Pia, di cui oggi ricorre il 150mo anniversario (leggi qui).

(Il Faro online) 
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