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Giornata Internazionale della Pace: 415 milioni di bambini esposti al potenziale fuoco incrociato delle armi

21 settembre 2020 | 07:09
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Giornata Internazionale della Pace: 415 milioni di bambini esposti al potenziale fuoco incrociato delle armi

Save the Children: “Ogni guerra è una guerra contro i bambini”

La Giornata Internazionale della Pace viene celebrata il 21 settembre di ogni anno. È stata istituita il 30 novembre 1981 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questo sarebbe diventato il giorno del Cessate il fuoco.

La risoluzione invita tutti gli stati membri, organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, organizzazioni regionali e non governative ed individui a commemorare il giorno in maniera appropriata, sia attraverso l’educazione e la consapevolezza pubblica, sia nella cooperazione con le Nazioni Unite per la pace globale.

Quest’anno, segnato dalla pandemia da Cpvid-19, il motto della giornata internazionale della Pace 2020 è “modelliamo la pace insieme”. Il senso di questo 21 settembre 2020 è quello di unire le forze, mettere da parte gli egoismi personali e nazionali e lavorare insieme per un bene più grande che è quello della pace.

In occasione della Giornata Internazionale della Pace 2020 Save the Children lancia la serie podcast “Children of War” disponibile su Spotify e sui social media dell’Organizzazione: 5 forti storie di bambini sopravvissuti in 5 guerre nell’arco di 80 anni, dalla 2° Guerra Mondiale alla “Guerra del Biafra”, dal genocidio in Rwanda alle guerre in corso in Siria e Yemen

Sono 415 i milioni di bambini esposti al rischio di un vero e proprio “fuoco incrociato” nelle aree di conflitto in tutto il mondo. Alla violenza delle armi, che sempre più spesso vengono puntate contro i bambini colpendo scuole e ospedali – quasi 1.000 attacchi nel 2019 – si aggiunge infatti la minaccia del virus e i suoi effetti collaterali gravissimi per la salute, la nutrizione e l’istruzione dei bambini.

In Yemen, nonostante l’appello ONU al cessate il fuoco dello scorso aprile, un sistema sanitario già al collasso dopo più di 5 anni di conflitto fatica a contenere il virus sotto ai bombardamenti, che sono più che raddoppiati nei primi sei mesi del 2020 rispetto alla seconda metà del 2019 (+139%). Quattro bambini su 5 hanno disperato bisogno d’aiuto e 30.000 in più rischieranno la vita per la malnutrizione entro il 2020.

In Siria, dove ogni 10 ore un bambino viene ucciso dalle violenze, più di 84 ospedali e presidi sanitari sono stati attaccati dallo scorso dicembre solo nel nord-ovest del paese, lasciando 4 milioni di persone, la metà bambini, senza alcun tipo di assistenza sanitaria per fronteggiare la pandemia. Entro fine anno 3,4 milioni di bambini siriani sotto i 5 anni avranno bisogno di assistenza nutrizionale, e 1 su 8 soffre già di gravi ritardi nella crescita per gli effetti della malnutrizione.

In Afghanistan, per le conseguenze del Covid-19, 7,4 milioni di bambini hanno immediato bisogno di assistenza umanitaria e 10 milioni hanno perso l’accesso continuativo all’educazione come gli 1,4 milioni senza scuola nei Territori Palestinesi Occupati, dove la pandemia si affronta con il 29% delle famiglie sotto la soglia di povertà, l’80% dell’acqua disponibile inadatta all’utilizzo umano e solo 2-4 ore di elettricità disponibile al giorno.

Sono alcuni dei dati del rapporto “FUOCO INCROCIATO – I bambini nei conflitti intrappolati dalla pandemia” diffuso da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro, alla vigilia della Giornata Internazionale della Pace dedicata quest’anno al tema “Creiamo la Pace Insieme” (“Shaping Peace Together”) che rispecchia l’ulteriore sfida comune nell’affrontare l’emergenza Covid-19.

Ogni guerra è una guerra contro i bambini”, dichiarava in Inghilterra Eglantyne Jebb nel 1919, opponendosi all’embargo che continuava ad uccidere per fame i bambini nei paesi sconfitti, e passava all’azione fondando Save the Children per soccorrerli e salvarli.

“Da allora non abbiamo mai smesso di intervenire nelle aree di conflitto più violente e di spingere le parti coinvolte e i leader mondiali a proteggere quei bambini. La nostra forza nasce dalle storie dei bambini e delle loro famiglie che incontriamo ogni giorno sul campo tra le bombe, le fughe disperate, gli ospedali e le scuole distrutte, dalla speranza di futuro rinata sulle violenze e sulle macerie. È il senso della serie podcast Children of War, che ci porta in quei luoghi e ci fa capire, attraverso le emozioni, come tutti i conflitti siano orrendamente uguali e di come abbiamo tutti insieme la responsabilità di raggiungere e proteggere il più grande numero di bambini possibile che vivono nei paesi in guerra oggi.” – ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.
(Il Faro online)