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Fiumicino, “o me paghi o t’ammazzo”: 46enne arrestato per estorsione

26 settembre 2020 | 11:07
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Fiumicino, “o me paghi o t’ammazzo”: 46enne arrestato per estorsione

L’uomo pretendeva dalla vittima 600 euro per un lavoro già saldato

Fiumicino – “O me paghi o t’ammazzo“. Finisce in manette un romano di 46 anni accusato di tentata estorsione che pretendeva dalla vittima 600 euro per un lavoro già saldato. I fatti risalgono a mercoledì sera, quando la vittima ha telefonato al 112 Nue segnalando la presenza di un ubriaco sotto la propria abitazione che, in escandescenza, la stava minacciando di morte.

Quando gli agenti della Polizia di Stato del commissariato, diretto da Catello Somma, sono arrivati a casa della donna, questa ha raccontato che due uomini si erano presentati sotto casa e, dopo averla minacciata di morte, pretendevano 600 euro per alcuni lavori commissionatigli dal marito di questa, titolare di una ditta edile. Lavori, secondo quanto poi dichiarato da quest’ultimo, già regolarmente saldati.

Nella stessa giornata la donna si era poi recata negli uffici del commissariato dove aveva presentato la denuncia per le minacce subite dall’uomo, un romano di 46 anni. La coppia, disposta comunque a concludere la questione, aveva deciso di corrispondere al 46enne la somma di 100 euro e, per paura di ritorsioni, fissava con lo stesso un appuntamento per il giorno successivo proprio davanti a commissariato.

Sul posto l’uomo ha iniziato nuovamente ad urlare e a minacciare la donna al punto che questa, spaventata, si è diretta verso gli uffici di polizia inseguita dallo stesso. Solo grazie all’intervento di una agente della Polizia di Stato – che si è frapposta tra i due -, si è evitato il peggio. Bloccato con estrema fatica dai poliziotti, l’uomo è stato arrestato e accompagnato in carcere in attesa di convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria. Dovrà rispondere di tentata estorsione.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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