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Ladispoli, fratelli pugili pestano a sangue un giovane: perde un occhio

2 ottobre 2020 | 11:05
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Ladispoli, fratelli pugili pestano a sangue un giovane: perde un occhio

Il 20 luglio fu aggredito dai due fratelli pugili e il loro cognato: dopo due mesi d’indagini arrestati gli aggressori

Ladispoli – Un ragazzo ha perso un occhio dopo essere stato aggredito da tre persone.

A compiere l’aggressione sono stati due fratelli pugili con il loro cognato, che hanno assaltato la vittima di 28 anni per futili motivi.

L’aggressione è avvenuta il 20 luglio, con i Carabinieri che hanno rintracciato gli assalitori del ragazzo dopo due mesi d’indagine. La vittima infatti conosceva i propri aggressori, poiché frequentava la loro stessa palestra. I motivi del pestaggio sono legati a motivazioni strettamente personali: il ragazzo aveva voluto interrompere il rapporto d’amicizia con i due pugili di Ladispoli.

Negli arresti è stata fermata anche la sorella dei due pugili, che è stata denunciata per violenza privata.

La dinamica dell’aggressione

I fatti si sono svolti nella serata del 20 luglio, quando la vittima era uscito in compagnia della propria fidanzata.

Proprio in questo frangente aveva incrociato la sorella dei due pugili, che aveva avvertito i  fratelli per compiere l’aggressione.

Uno dei due pugili infatti provava forte risentimento personale verso la vittima, considerato come oltre alla rottura dell’amicizia lui non era stato invitato a una festa organizzata dal 28enne.

I pugili quella sera – insieme al cognato – aggredirono la vittima all’improvviso, con la loro sorella che impediva alla fidanzata del giovane di prestare i soccorsi. Un’aggressione violentissima quella avvenuta, con i tre aggressori che hanno continuato a picchiare il ragazzo – con pugni al volto – anche mentre tentava di arrivare alla macchina per andare in ospedale.

Uno dei pugili minacciava la vittima da giorni attraverso dei messaggi telefonici, con quelle intimidazioni che poi si sono trasformate in aggressione fisica.

Dopo le indagini dei Carabinieri, è venuto fuori come uno dei fratelli pugili aveva precedenti per delitto di persona, contro il patrimonio e utilizzo di sostanze stupefacenti.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.