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Gaeta, Mitrano sfida il Covid: le luminarie ci saranno. Sul piatto oltre 259mila euro

Approvazione bulgara in Consiglio. Unica eccezione, De Angelis: "Il turismo vero si fa con l’accoglienza, e non con decisione calate dall'alto"

Gaeta – Il Covid pare non aver scalfito lo spirito natalizio di Gaeta, che, con l’approvazione della delibera (passata con un solo voto contrario, del consigliere d’opposizione Franco De Angelis) ha ufficialmente dato l’okay per le luminarie, che, come sempre negli ultimi anni, la vestiranno a festa.

Una decisione apparentemente incomprensibile, se si pensa che, solo il mese scorso, la limitrofa Formia è stata dichiarata cluster prima e focolaio poi, e, in generale, se si riflette su tutto quello che è successo nell’ultimo anno: la pandemia che ha gravemente colpito l’Italia intera, il lockdown prima, le difficoltà della riapertura poi, la crisi economica nel mentre.

Ma Mitrano sfida il Covid e afferma: “Dobbiamo imparare a convivere con questo nemico invisibile, per questo, le nostre attività, non possono subire una nuova chiusura, ma devono imparare ad andare avanti con delle nuove regole”.

Ed è proprio sulle nuove regole che si fonda l’idea della Giunta di dare il via a questo Natale: luminarie si, ma non come sempre. Non con i turisti che si accalcano per un selfie vicino alla loro preferita (saranno vietati gli assembramenti), non con il videomapping a via Indipendenza (considerata troppo stretta e, quindi, “pericolosa”) e, di sicuro, non luminarie senza controllo. Mitrano, infatti, ha previsto un potenziamento degli agenti della Polizia locale (in maniera temporanea), proprio per far fronte alle esigenze di quel periodo.

Ma queste misure basteranno? Davvero l’amministrazione Mitrano ha pensato a tutti i risvolti che questa scelta potrebbe avere? Davvero è questo il modo giusto di sfidare il coronavirus, che ci ha già ampiamente dimostrato che, non solo non siamo invincibili, ma che può anche facilmente arrivare nelle nostre case, nonostante tutte le accortezze del caso? Davvero è questo il modo giusto di aiutare l’economia gaetana ad affrontare questa crisi economica?

Il consigliere Franco De Angelis, unico a votare contro questa delibera e che, per questa ragione, ha subito diverse offese, chiarisce: “Non sono mai stato un “tifoso” delle luminarie, non è un segreto per nessuno. Ma il mio voto non vuole essere un pregiudizio verso l’evento stesso. Il punto sono i modi e i tempi con cui è stato presentato. È bene sottolineare, infatti, che il sindaco Mitrano è arrivato in Consiglio comunale con gli atti già “preconfenzionati” e gli eventi già appaltati per un totale complessivo di oltre 259mila euro (tra luminarie, casette, videomapping etc…). E che discussione vuoi fare, quando stanno così le cose?”

Nonostante questo, però, De Angelis ha provato comunque a spiegare le sue ragioni in Consiglio, ma la dialettica politica ha sconfinato, virando verso l’insulto personale. “Sono stato definito “nullità”, “pidocchioso”, mi è stato detto che valgo meno di zero… Ecco, il messaggio che vorrei lasciare ai miei concittadini è questo: non illudetevi, il vero Mitrano sta tutto in quei quattro minuti, il resto è solo show a favore delle telecamere”.

Ed è proprio la presunta rincorsa alla tv del sindaco Mitrano, uno degli altri punti che ha spinto De Angelis a dire di no. “Mi spiego. Questo è sicuramente un anno particolare, e, di certo, il primo cittadino ha ragione su una cosa: non bisogna lasciarsi impaurire dal coronavirus, ma arrivare a sfidarlo in questa maniera non mi sembra neppure un atteggiamento salutare.

Se il punto era non lasciare Gaeta spenta a Natale, infatti, ci si sedeva a un tavolo, ci si confrontava e le soluzioni si trovavano. Le luminarie potevano rimanere comunque, ma con un evento più sobrio, che permettesse, al contempo, di aiutare le fasce che soffrono di più la crisi economica. Si poteva, in questo senso, illuminare la città con la speranza, predisponendo eventi minori e, magari, valutando, da qui a Natale, come si evolveva la situazione coronavirus, e, quindi, muoversi partendo da dati certi per ampliare il programma.  Così, invece, l’intenzione sembrava essere quella di avere un “paracadute” pronto in caso le cose, in materia di contagi, fosse degenerata”.

Anche le misure di prevenzione, infatti, sembrano essere insufficienti per De Angelis. “Già prima non tutti usufruivano dei benefici diretti che le Luminarie possono portare, ma così stando le cose, anche chi ne beneficiava rischia di vedersi penalizzato, come i commercianti di via Indipendenza. E togliere i fuochi d’artificio, gli spettacoli vicino alla fontana di S. Francesco o aumentare temporaneamente gli agenti della Polizia locale, non sembrano essere utili come misure di prevenzione.”

 Una rottura di tipo politico

E ancora: l’ultimo punto su cui si è consumata questa rottura è più di tipo politico: la visione di De Angelis su come dovrebbe essere una città turistica. “Che Gaeta sia diventata la location ideale per molti film è sicuramente una cosa buona, che può avere delle ricadute utili.

Diverso è passare dalle Luminarie, al Carnevale, agli eventi estivi quasi senza passare dal via. Il turismo vero si fa con l’accoglienza, si fa considerando tutti i risvolti che questo comprende: i parcheggi, il controllo sugli operatori turistici, si fa studiando una viabilità che sia funzionale sia per i cittadini che per i turisti. Se non ci si confronta su queste cose, se non si trovano soluzioni in questo senso, quelle restano solo presenze, non turismo. Presenze che quasi mai portano un effettivo beneficio alla città”.

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