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Civitavecchia, rapinano un minimarket e tentano il bis, per poi fuggire in sella alle bici

6 ottobre 2020 | 15:54
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Civitavecchia, rapinano un minimarket e tentano il bis, per poi fuggire in sella alle bici
Civitavecchia, rapinano un minimarket e tentano il bis, per poi fuggire in sella alle bici
Civitavecchia, rapinano un minimarket e tentano il bis, per poi fuggire in sella alle bici

I due ragazzi, un 20enne ed un minore, sono stati fermati dagli agenti del commissariato Civitavecchia e dalla Polizia Ferroviaria al termine di un inseguimento

Civitavecchia – Rapinano un minimarket e tentano di rapinare un altro negozio, per poi scappare in sella alle loro biciclette. E’ quanto successo nella serata di ieri, 5 ottobre 2020, a Civitavecchia, dove due ragazzi, un 20enne del posto ed un minore, sono stati fermati dalla Polizia.

L’autore materiale della rapina, sotto la minaccia di un coltello si è fatto consegnare dalla titolare la somma di 100 euro, mentre il complice lo aspettava fuori in bicicletta.

I due giovani, hanno poi tentato un’altra rapina in un altro negozio. Questa volta, tuttavia, il titolare, per difendersi da uno dei due rapinatori che lo stava aggredendo con un coltello, si è difeso con un bastone mettendoli in fuga. Gli agenti del commissariato Civitavecchia in servizio in abiti civili, finalizzato al contrasto dei reati predatori sul territorio, immediatamente si sono messi alla ricerca dei due fuggitivi, nel frattempo allontanatisi entrambi a bordo di una bici.

Intercettati dagli agenti, i due malfattori si sono nascosti in un canneto posto a ridosso della ferrovia, ciò nonostante il minore è stato bloccato dai poliziotti del commissariato di Civitavecchia, mentre il 20enne è stato intercettato dagli agenti della Polizia Ferroviaria, messi al corrente di quanto stesse accadendo.

All’interno della tasca destra dei pantaloni, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato un coltello a serramanico con una lama lunga 17 centimetri. Sequestrate anche le due biciclette.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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