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Tamponi falsi al San Paolo di Civitavecchia: nei guai un’infermiera

6 ottobre 2020 | 15:00
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Tamponi falsi al San Paolo di Civitavecchia: nei guai un’infermiera

La donna vedeva nel compagno il proprio complice per questa truffa ai danni dell’Asl Roma 4

Civitavecchia – Un’infermiera dell’Asl Roma 4 è stata indagata perché probabilmente rubava i tamponi anti Covid-19 dal proprio ospedale, per effettuarli a pagamento in privato.

La Procura della Repubblica ha aperto una fascicolo sulla donna e il proprio compagno per falsità materiale, considerato come i soggetti probabilmente svolgevano questi tamponi a tantissime persone provenienti da Roma e Civitavecchia.

Per loro i capi d’imputazione potrebbero estendersi, considerato come la Procura sta valutando anche di accusarli perché i loro atteggiamenti avrebbero potuto causare ulteriori contagi da Covid-19.

La truffa ai danni dell’Asl Roma 4 era probabilmente cominciata da un mese, quando l’infermiera si era spacciata come “dottoressa” per effettuare i tamponi presso un’azienda di pulizie di Roma.

A palesare la potenziale truffa della donna un falso referto clinico di una dipendente della ditta, che preoccupando la signora l’ha portata a chiamare l’ospedale Spallanzani per avere chiarimenti in meriti. L’ospedale romano orientò la signora a chiedere delucidazioni all’Asl Roma 4, che sul referto s’insospettisce e apre un’indagine interna.

Secondo le indagini la donna probabilmente prelevava gli stick presso il proprio ospedale dove lavorava, poi l’uomo fingeva i finti tamponi e scriveva dei referti copiando il modello dell’ospedale Spallanzani.

Gli investigatori al momento hanno individuato un gruppo di 35 persone che hanno effettuato il finto test dall’infermiera e il suo compagno, con qualche caso che è risultato anche positivo al Covid-19.

Secondo le indagini, la truffa potrebbe andare avanti addirittura da aprile 2020 e vedere al suo interno altri complici.

Alla perquisizione della casa, i Nas di Roma hanno trovato nell’abitazione della coppia i famosi tamponi, delle garze, dei lacci emostatici e medicinali di vario tipo.

I Nas di Roma e Civitavecchia sospettano che nella truffa siano caduti vittima un’altra cinquantina di persone.

D’Amato: “Se il fatto sarà confermato, l’infermiera verrà licenziata”

“Se il fatto sarà acclarato – dice Alessio D’Amato, Assessore alla Sanità della Regione Lazio -, l’operatrice sanitaria sarà licenziata. E’ un fatto inaccettabile speculare sulla pandemia. Massima collaborazione con i Carabinieri e la Magistratura”.

Tedesco: “Il Comune si costituirà parte civile”

“Ho appreso dalla stampa la notizia che un’infermiera dell’ospedale San Paolo e il suo compagno sono stati indagati dalla Procura della Repubblica in quanto avrebbero sottratto tamponi per i test diagnostici sul Covid-19 per effettuarli a domicilio dietro pagamento di un compenso e consegnando poi finti referti di negatività – dice il sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco -. Un fatto che, qualora fosse confermato, sarebbe di una gravità inaudita”.

“Ripongo piena fiducia nell’azione della magistratura e mi auguro che al più presto si arrivi a definire i contorni della vicenda che – prosegue il Sindaco -, in caso di rinvio a giudizio, vedrà l’Amministrazione Comunale costituirsi come parte civile. Voglio ricordare i momenti difficili che gli operatori sanitari e i medici del nosocomio cittadino hanno affrontato con spirito di abnegazione e professionalità, supportando tutta la comunità. Un riconoscimento di merito che non deve essere intaccato dall’eventuale veridicità dei fatti citati. A questi professionisti seri va ancora una volta il mio ringraziamento”.

Asl Roma 4: “L’ospedale San Paolo è estraneo ai fatti della vicenda”

In merito all’inchiesta sulla truffa dei tamponi falsi a domicilio la Asl Roma 4 informa che le indagini si sono svolte con la massima collaborazione tra l’Azienda sanitaria e i Carabinieri. La denuncia è partita proprio dalla stessa Azienda sanitaria appena è venuta a conoscenza del referto falso, e subito la Asl si è messa a disposizione per collaborare con le Forze dell’ordine per permettere di individuare i colpevoli. L’Ospedale San Paolo è estraneo ai fatti della vicenda, trattandosi di un caso isolato che sarà trattato secondo i termini di legge.
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