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Tarquinia, Blasi (M5S): “A che punto siamo con i Progetti di Utilità Collettiva?”

Silvia Blasi: "Ho predisposto una serie di Accessi agli atti in tutti i comuni della provincia. Non dimentichiamo che queste attività sarebbero a costo zero per le amministrazioni"

Tarquinia – “Nei Patti per l’inclusione Sociale e nei Patti per il lavoro è previsto che i beneficiari del Reddito di cittadinanza partecipino a dei Progetti di Utilità Collettiva (Puc) all’interno del comune di residenza per almeno 8 ore a settimana aumentabili fino a 16. A che punto è l’organizzazione dei Progetti di Utilità Collettiva da parte dei comuni e degli altri soggetti coinvolti?”. Così, in una nota stampa, Silvia Blasi consigliere regionale del Movimento 5 stelle.

“Dopo lo stop dovuto all’emergenza Covid, – spiega il Consigliere –  dal 10 luglio 2020 tutti i Comuni italiani devono attivare i Puc, che sono progetti elaborati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e gestiti dai singoli Comuni, ai quali i percettori del Reddito di cittadinanza abili al lavoro sono obbligati ad aderire.

Tra gli obblighi che i beneficiari del Reddito di Cittadinanza sottoscrivono c’è quello di partecipare a dei Progetti di Utilità Collettiva. Perciò in sinergia con gli attivisti e portavoce dei 60 comuni del viterbese, ho dato il via a un’attività di verifica dell’attivazione dei Progetti di Utilità Collettiva da parte delle amministrazioni comunali della nostra provincia”.

“È importante sottolineare – prosegue la Blasi – l’importanza che i Puc possono avere per i comuni e quale grande occasione di inclusione e crescita possano rappresentare per i beneficiari e la comunità stessa. Gli ambiti di intervento dei Puc sono sei: Sociale, Culturale, Artistico, Ambientale, Formativo, Tutela dei Beni Comuni. Si possono citare ad esempio: supporto ad anziani con disabilità, manutenzione arredo urbano, parchi pubblici e giochi per bambini; pulizia cortili scolastici e raccolta di rifiuti abbandonati, supporto all’organizzazione di eventi culturali ecc. Queste attività a servizio dei comuni sarebbero a costo zero per le amministrazioni che le organizzano (assicurazione Inail a parte che verrebbe pagata dallo Stato) a tutto beneficio della comunità e dell’integrazione sociale che ne deriverebbe.

Probabilmente anche grazie al momento particolarmente difficile che stiamo vivendo dal punto di vista sanitario, non risulta essere svolta alcun tipo di attività da parte dei beneficiari del RdC in parecchi comuni della provincia di Viterbo”.

“Ho predisposto perciò una serie di Accessi agli atti in tutti i comuni della provincia  – conclude – allo scopo di capire a che punto siano gli iter di attivazione dei Progetti di Pubblica Utilità. Il nostro intento è monitorare quanti beneficiari ci sono per ogni Comune; quali Puc ogni amministrazione comunale intende attuare o ha già attuato, quali Amministrazioni osservino le disposizioni di legge, e quali le ignorino. I MeetUp locali e i Portavoce comunali si attiveranno poi per la diffusione di queste informazioni alla cittadinanza”.
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