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Covid-19, il grido di allarme dei commercianti sulle restrizioni di Zingaretti

9 ottobre 2020 | 13:02
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Covid-19, il grido di allarme dei commercianti sulle restrizioni di Zingaretti

l presidente della Fipe Confcommercio Lazio Sud, Italo Di Cocco, si fa portavoce delle perplessità della categoria

Latina – I pubblici esercizi della provincia di Latina lanciano un allarme in seguito all’ordinanza della Regione Lazio che stabilisce nuove regole per contenere il contagio da Covid-19.

“Pur consapevoli dell’emergenza sanitaria nella nostra provincia, sulla quale occorre molta attenzione e rispetto delle regole rivolgiamo un appello che – dice il presidente della Fipe Confcommercio Lazio Sud, Italo Di Cocco – possa rendere meno impattante tale determinazione.

Le nostre aziende hanno da sempre rispettato le regole che imponevano le prenotazioni, l’uso dei dispositivi di sicurezza, la necessità di mantenere i nominativi dei clienti per un eventuale contact trading, il divieto di serate danzanti agli eventi e sono d’accordo e disponibili ad adeguarsi alle nuove disposizioni che prevedono la chiusura anticipata dei locali alle 24, con obbligo di esposizione di un cartello che indica il numero massimo dei clienti ammessi.

Restano però dei punti sui quali la Cofcommercio Lazio sud si dichiara dubbiosa. “Siamo molto perplessi, però – spiega Di Cocco -, sulla decisione del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti di limitare ad un numero massimo di 20 persone i partecipanti alle feste private soprattutto per quei locali di grosse dimensioni come saloni di 600 e 700 mq dove si possono rispettare le distanze anche di due o tre metri a persona”.

L’associazione di categoria, tramite il suo presidente dichiara: “E’ a nostro avviso contraddittoria la norma che impone il limite massimo per le cerimonie a 20 persone ed invece consente ai locali che esercitano normalmente l’attività di ristorazione il limite a quattro persone per tavolino. Il settore ha già subito un duro colpo durante il lockdown, in cui i titolari delle attività sono stati costretti a pagare utenze e affitti nonostante la chiusura forzata. Bloccare ora nuovamente la possibilità di svolgere eventi già rimandati e per i quali sarebbero state rispettate tutte le necessarie misure di sicurezza è un ulteriore scossa che non possono permettersi”.

I gestori dei pub, inoltre, hanno già annunciato di “voler presentare ricorso contro l’ordinanza della Regione Lazio, trovando ingiusto che loro debbano rispettare precisi orari di chiusura, mentre esercizi commerciali come supermercati che vendono cibo e alcolici possano rimanere aperti ad orario continuato, aumentando gli assembramenti nelle piazze e il conseguente pericolo pubblico. Gli iscritti di Fipe Confcommercio Lazio Sud  faranno di tutto nell’interlocuzione istituzionale affinché ci siano dei correttivi”.