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Lettere al direttore

Dpcm, l’appello di un ristoratore a De Vecchis e Cirinnà: “I nostro locali sono posti sicuri”

"Media e Governo fanno passare bar e ristoranti come luoghi da non frequentare ma così molte famiglie si ritroveranno sul lastrico"

Ostia – “Sono un proprietario di un bar/pasticceria a Ostia e in cui lavorano 5 persone. Vorrei che questo mio grido di allarme arrivasse ai nostri senatori e deputati della zona. Conosco di nomea solo De Vecchis e Cirinnà. Spero che lei possa farsi portavoce di questo mio grido che è di tanti miei colleghi e far arrivare a loro questo messaggio”.

Inizia così la missiva, inviata alla nostra redazione, a firma di Antonio, gestore di un locale di ristorazione di Fiumicino, che ai senatori lancia un appello: “Dopo il lockdown noi bar, ristoranti abbiamo attraversato come tutte le attività commerciali una vera crisi, una riduzione di incassi ma grazie alla stagione estiva e alla riduzione dei casi siamo riusciti ad andare avanti lavorando il 65/7o per cento rispetto alla situazione pre-Covid.

Questo periodo ci ha permesso, come a me a molti miei colleghi, con tanti sacrifici, di evitare la cassa integrazione ai nostri dipendenti e in alcuni casi di chiudere.

Però oggi la situazione sta peggiorando. Il lavoro è crollato da una settimana a questa parte perché si fanno passare i bar e ristoranti come attività da evitare, rischiose. Cose false visto che ognuno di noi rispetta e cerca di prevenire per il bene delle proprie famiglie, dei suoi dipendenti e dei clienti.

Così si continuano a mettere a rischio tante famiglie. Dietro un’attività commerciale di zona, di periferia, ci sono tante famiglie; tante persone ci vivono grazie a un bar o ristorante. Continuando questa tipo di comunicazione si mette a rischio la vera economia del Paese“.