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Ostia Clean Up: 8 tonnellate di rifiuti raccolti sul territorio

I numeri, i successi, le iniziative e i futuri obiettivi di una delle realtà di volontariato di riferimento per il X Municipio

Ostia- Un gruppo di ragazzi, una pagina Facebook e un territorio che, spesso, viene trascurato tra i rifiuti. Questi i tre elementi della storia di Ostia Clean-Up, una realtà del X Municipio che sta crescendo sempre di più di evento in evento e che, ormai da un mese, è stata ufficialmente riconosciuta come associazione, in qualità di organizzazione di volontariato (Odv).

Un traguardo importante che parte dall’azione di uno, per diventare quella di molti. Liberare le zone semi-abbandonate del territorio dai rifiuti, come le spiagge dalla plastica, è senza dubbio uno degli aspetti fondamentali dell’organizzazione che ha portato, tra gli altri effetti, anche a un forte riverbero mediatico.

L’aspetto pratico del volontariato e degli eventi non rimane tuttavia isolato all’idea di un’educazione ambientale, perseguita da Ostia Clean-Up sia in ambito comunicativo attraverso i social e scelte editoriali mirate, che pedagogico, tramite la collaborazione con alcune classi delle elementari del territorio.

L’ultimo evento ha avuto luogo al Faro di Fiumicino in collaborazione con il Clean-Up di No Porto,  Clean Up Santa Severa e Clean-Up Italia e ha visto la raccolta di 670 kg di rifiuti, mentre arriva a un totale di quasi 8 tonnellate la quantità complessiva di rifiuti rimossi dal territorio durante tutti gli eventi pregressi.

Abbiamo chiesto nel dettaglio a Giordano Margaglio, fondatore dell’Associazione insieme a Bruno Morandi e Alessio D’Innocenzo, e ad alcuni suoi colleghi, la storia del passaparola che ha portato un piccolo gruppo di giovani a diventare un punto di riferimento per Ostia.

“Ho iniziato a raccogliere da solo, sulla spiaggia. È partito da una foto che ho postato su Facebook. Poi insieme  agli altri ragazzi ho creato una pagina per un evento: all’inizio non sapevamo come chiamarla, era per una raccolta di rifiuti collettiva. Successivamente, abbiamo pensato di creare una pagina ufficiale per gli eventi di questo tipo.”

Quindi in questo caso, il ruolo dei social media è stato importante per permettere alle persone di conoscervi e al vostro gruppo di crescere? 

“È stato centrale, direi. Non mi aspettavo il successo, neanche lontanamente. Il passaparola è avvenuto tramite le pagine e i gruppi che abbiamo creato su Facebook; ad ogni evento si sono aggiunte dozzine di persone in più: nell’ultima giornata di raccolta abbiamo registrato una presenza di quasi cinquanta volontari.”

Qual è il rapporto delle singole associazioni con la rete nazionale Clean-Up Italia?

“In Italia ci sono circa 60 gruppi locali, i primi sono partiti da diverse regioni in tutta Italia, poi riunite tutte insieme hanno costituito la rete Clean-Up Italia. La rete nazionale è importante per confrontarsi, per portare avanti dei progetti su ampia scala e per l’organizzazione di eventi che danno una visibilità importante a quello che facciamo.”

Fin a quali territori e località volete e potete spingervi, con la vostra iniziativa?  

“Ostia rimane al centro del nostro interesse, c’è ancora tanto da fare, diversi interventi si ripetono ciclicamente anche negli stessi luoghi, dipende anche con quali realtà abbiamo già avuto o instaureremo una collaborazione, come nel caso del parco Clemente Riva. In ogni caso, non rimarremo circoscritti, continueremo a lavorare insieme agli altri Clean-Up per agire lungo tutto il litorale laziale”.

Il senso della raccolta rifiuti è più quello di sopperire a un’evidente mancanza dell’azione istituzionale, o quello di sensibilizzare ad un’autonomia del senso civico?

“Tutto quello che facciamo, l’attenzione alla raccolta, i piani comunicativi, le iniziative, ha evidentemente un significato di denuncia. L’azione del volontariato nasce dall’evidenza che spiagge, parchi e altre aree vengono lasciate in stato di abbandono. Il concetto di sopperire a una mancanza però non è esaustivo, infatti puntiamo a rimanere indipendenti dalle istituzioni, abbiamo rifiutato collaborazioni e patrocinati. Più che altro, l’idea di fondo è che ognuno di noi possa fare qualcosa di propria iniziativa e, in mancanza d’altro, possa intervenire per migliorare il proprio territorio.”

A questo proposito, interviene Martina Sollecchia, una collaboratrice dell’associazione e responsabile delle iniziative educative di Ostia Clean-Up.

“Quello che manca, spesso, non è la mancanza di buona volontà di fare qualcosa per la comunità. Spesso manca la possibilità di poter riconoscere i propri desideri di fare in qualcuno, o in una realtà specifica. Un risveglio sui temi ambientali c’è, anche se spesso non si vede, è forte. Va riconosciuto e incanalato, per questo lavoriamo anche su un profondo senso di appartenenza dei cittadini ostiensi al proprio territorio. Ostia è tristemente famosa per mafia, criminalità e in primavera torna sempre in voga il tema delle concessioni balneari e del lungo muro, noi vogliamo far vedere tutto quello che invece il nostro quartiere può offrire.”

Le vostre rubriche di Instagram come “Notizie positive” sono originali rispetto al solito target basato sul catastrofismo ambientale: riportano invece i successi delle grandi organizzazioni mondiali nella rimozione di rifiuti, o MarteDìfferenziamo, la rubrica dei suggerimenti per imparare la differenziata.

“Dare ulteriore rilevanza alle comunicazioni sul catastrofismo ambientale non è propedeutico a coltivare il desiderio di agire o a stimolare l’interesse delle persone verso il tema, è rilevante l’impatto delle notizie positive. Organizzare eventi di raccolta una volta al mese è importantissimo,fondamentale, ma è soltanto la punta dell’iceberg. Educare al discorso ambientale è più complicato e senza dubbio molto più necessario. Ci siamo resi conto, infatti, di dover agire alla radice del problema: per questo stiamo cercando di ampliare anche il nostro intervento nelle scuole. In primavera era in pronta una collaborazione con delle scuole elementari di Ostia, che è stata soltanto posticipata. Educare i bambini significa renderli consapevoli del fatto che possano diventare protagonisti del cambiamento di cui c’è bisogno: vogliamo davvero far capire loro quanto un piccolo gesto, o tante azioni quotidiane, possano fare la differenza.”

Una delle iniziative più recenti di Ostia Clean Up è Bibliot-eco, che ha riscosso molto successo. Lo porterete avanti?

“Chi porta cinque bottiglie di plastica, riceverà in cambio un libro, libri che abbiamo raccolti da diverse donazioni. Gianni Maritati, il presidente dell’Associazione Clemente Riva, ci ha fatto il grande regalo di una busta piena di libri, per poter proseguire con l’iniziativa, in occasione del festival Platica D’A-mare, svoltosi al porto di Ostia.  Le bottiglie di plastica raccolte vengono poi donate ad organizzazioni di riciclaggio. Puntiamo anche su questo, a creare una catena di passaggi ben visibile dove nulla va a finire nel vuoto, tutto viene riutilizzato e fa parte di uno scambio reciproco.”
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