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Martina Caironi: “Vicina a Zanardi. Mennea mi consigliò tanti 60 metri. La Sabatini è forte, ma io sogno in grande”

Parla la bicampionessa paralimpica dei 100 metri. Sogna le Paralimpiadi e ci andrà, con speciali portafortuna..

Roma – Con il nuovo titolo italiano in tasca nei 100 metri T42 e il record mondiale nel salto in lungo paralimpico eguagliato durante gli scorsi Campionati Italiani Societari di atletica paralimpica, svoltosi al Centro di Preparazione Paralimpico di Roma (leggi qui), Martina Caironi torna in pista e sogna le Paralimpiadi di Tokyo.

Ne parla la bicampionessa a Cinque Cerchi nei 100 e argento nel lungo a Rio 2016. Lo fa in diretta Facebook nella trasmissione sportiva AdVoice&Press. Racconta di sé Martina e descrive questo periodo in cui, nonostante il coronavirus, prosegue la sua preparazione. Parla di Alex Zanardi e di Pietro Mennea. Per il compagno del mondo paralimpico, ricoverato al San Raffaele di Milano, dopo il grave incidente a Siena in sella alla sua handbike, la Caironi spende parole di ammirazione: “Sicuramente è l’emblema dello sport paralimpicodice Martinale frasi spese per  tutti sono stati illuminanti. Adesso sta lottando, lo pensiamo e stiamo con lui. Mi sono messa a leggere un libro con le sue parole, mi viene in mente spesso”. Ma non solo.

L’atleta delle Fiamme Gialle e plurimedagliata con numerosi  record firmati in 10 anni di carriera parla anche di Pietro Mennea. Lo ha incontrato di persona Martina, poco prima della sua scomparsa e con affetto ricorda la Freccia del Sud: “L’ho incontrato prima che ci lasciasse e ho potuto cogliere un suo consiglio per me. “Fai tantissimi 60 metri” mi disse. E in effetti ne sto facendo. La fatica ti ripaga – prosegue la Caironi, riportando le parole del grande Pietroe quando smetti di sentirla, ti manca. All’inizio te la godi, poi però ti manca. Ti manca quella sfida continua con il  tuo corpo”. Non può che non essere d’accordo la campionessa di Rio 2016 nei 100 metri. Si ispira a Mennea per costruire sogni e progetti. E vorrà tornarci a gustare l’atmosfera delle Paralimpiadi. Lo spera con tutta se stessa. Vorrà farlo con uno speciale portafortuna, anzi due. Due particolari protesi colorate (leggi qui) progettate dell’Istituto europeo di design di Milano: “Una è colorata, l’altra è zebrata, ma non centra nulla il calcio (ride)”. 100 metri e salto in lungo. Le serviranno le sue protesi per spingersi verso nuovi sogni di gloria: “Non  vedo l’ora di sfoggiarle. L’intenzione è appiccicare gli adesivi, fatti apposta per Tokyo. Incrociamo le dita”.

La strada è ancora lunga per le Paralimpiadi del Giappone, slittate al 2021, ma scrivere la storia e stare nella storia dello sport, come in quella a Cinque Cerchi è un dolce desiderio: “Come puoi negare che una Paralimpiade non sia storia?”.

Ha uno stimolo in più per mettersi in gioco e provare a se stessa che è ancora lei la migliore in pista. Arriva una giovane atleta per i 100 metri del futuro, Ambra Sabatini. 18 anni e velocissima. Ai Societari seconda dietro Martina e prima di Monica Contraffatto. Un talento tra due dee paralimpiche: “E’ un onore per me essere identificata erede di Martina”. Lo dichiara Ambra ai microfoni di Sportabilia. E a riconoscerla come  tale è proprio la Caironi. Lo dichiara in diretta Facebook: “Aspettavo questo momento da parecchio. Se in futuro dovessi lasciare lo sport, lo farò sicuramente in bellezza e il posto che lascio non sarà vuoto”. Ci sarà allora la Sabatini a sostituire una delle più grandi atlete paralimpiche della storia? Un’icona non viene scalfita da chi viene dopo, perché ogni atleta ha una storia a sé e allora la Caironi non si arrende e resta ferma al suo posto, sognando grandi conquiste: “E’ uno stimolo. E’ una presenza “pericolosa” e ci penso magari nei giorni in cui faccio più fatica ad allenarmi. Io lotterò con le unghie e con i denti. In fondo lo sport è sana competizione”. E anche bellezza e i suoi occhi sorridono e brillano, mentre scende in pista e vince.

Sono tornati a crescere i contagi in Italia e il momento è molto delicato. Martina è una bergamasca che è stata accanto alla sua terra martoriata dal coronavirus, durante l’ultimo lockdown. E oggi, nell’autunno del 2020 i comportamenti delle persone sono importanti per trovare una via di uscita, rispetto alla tragedia del Covid-19: “Indossiamo la mascherina e rispettiamo le norme. Pensiamo a noi tutti, senza essere egoisti“.

(Il Faro online)