La Dichiarazione

Fiumicino, la lettera aperta del garante Tasciotti: “Non chiudiamo la vita sociale”

28 ottobre 2020 | 12:42
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Fiumicino, la lettera aperta del garante Tasciotti: “Non chiudiamo la vita sociale”

Il professor Tasciotti: “Dobbiamo essere consapevoli che così non si può più andare avanti. Occorre che l’Italia sia guidata da abili e competenti piloti”

Fiumicino – “Questa mia riflessione, fatta da chi per molti decenni si è prodigato, e continua in questa opera sociale, per rendere la vita dei cittadini migliore, per accrescere la cultura, scaturisce da una profonda e drammatica constatazione per quello che sta accadendo in Italia“. Inizia così una lettera aperta del professor Roberto Tasciotti, garante dei Diritti per l’Infanzia e l’Adolescenza di Fiumicino.

“La mia modesta analisi – spiega Tasciotti – è acromatica, senza ideologismi né schieramento partitico. Parto da un’osservazione: la chiusura dei luoghi del pensare, dell’incontro conviviale e della salute (vedasi cinema, teatri, palestre, piscine, centri sportivi, ristoranti, bar ed altro) diviene ogni giorno motivo di serie proteste che stanno dilagando in tutta Italia. Centinaia di migliaia di imprese hanno chiuso ed altre lo faranno in questi giorni. Il tessuto sociale viene devastato, aggredendo la natura umana dello stare insieme, del movimento organizzato”.

“Rammento ai detentori del potere che, nell’universo, la scissione tra materia e movimento porta alla morte. Il disastro economico che sta ormai davanti al nostro sguardo sarà pagato dai nostri figli, dai nostri nipoti. Indebitando sempre più il Paese si è soggetti ad interventi di altre nazioni o di grandi trust della finanza che, comprando i nostri debiti, potranno incidere sulle scelte economiche dell’Italia. Anche le organizzazioni criminali possono inserirsi, o dando prestiti ad imprenditori in gravi difficoltà, perché lottano per mantenere i posti di lavoro e non mandare il personale sul lastrico, o comprando direttamente le imprese. I preveggenti della scienza avevano da molti mesi ipotizzato una seconda ondata virale. Ma che è stato fatto? Nella scuola, solo il 21 di agosto è stata indetta la gara per acquistare i nuovi arredi, aldilà del grottesco acquisto delle sedie con le rotelle. Manca ancora il personale, tanto proclamato. Si manda a casa il 75 % degli studenti delle scuole superiori a studiare a distanza, ossia con il computer, se ce l’hanno, deprimendo l’Abc dell’insegnamento, che è confronto, presenza. L’attenzione si riduce al minimo e ne fa le spese la elaborazione e la  memorizzazione delle unità didattiche e soprattutto la capacità di metabolizzare ciò che si dovrebbe apprendere. Tale difficoltà è vissuta dagli stessi docenti. Il tutto perché? Per non sovraccaricare di passeggeri i mezzi pubblici”.

“Basterebbe far entrare a scuola gli studenti più tardi – continua il professor Tasciotti – e il gioco sarebbe fatto. Ma guarda un po’, mancano i mezzi pubblici. Il personale sanitario è aumentato di organico? I medici di base hanno avuto il dovuto sostegno per intervenire nella fase iniziale, evitando d’intasare gli ospedali? E’ stato istituito il medico scolastico? Sono stati potenziati i trasporti? I dati causati da questo scenario ci dicono che ci sono stati e continuano ad esserci effetti collaterali, danni indiretti sulla salute. L’osservatorio sui suicidi informa che ci sono stati 54 suicidi per Covid dichiarati, e altrettanti tentativi. La vendita antidepressivi è in crescita. Psichiatri e psicologi non hanno più spazio per i pazienti. La società italiana di cardiologia ha comunicato che ci sono stati più del 30% di decessi da infarto per la paura del paziente che accusava i sintomi di recarsi in ospedale. Che atteggiamento politico è questo? Si fanno proclami paternalistici, si paventa un’economia assistenzialistica, sperperando miliardi che, ripeto, poi dovremo noi tutti pagarli con gli interessi. Conflittualità tra i partiti della maggioranza di governo, conflittualità tra i ministri. Non tocco il tasto dell’informazione scientifica per buona creanza”.

A che gioco giochiamo? Si vuole fiaccare la più importante proprietà della nostra specie collegata alla sopravvivenza che è la socialità, lo stare insieme, il confrontarsi. Ho voluto accennare ad Aristotele ed al suo sillogismo e spiego la ragione. Il sillogismo è il ragionamento perfetto, in cui la conclusione deriva dalle premesse che non sono mai singolari, quindi sono valide per tutti, e sono sempre due: una premessa maggiore e una minore, dall’unione delle quali deriverà una conclusione. Chiarisco: A è uguale a B, B è uguale a C. Di conseguenza, A è uguale a C. Adesso sarò esplicito, coniugando l’operazione che sta facendo il Governo con il sillogismo aristotelico: A è il virus, il nemico. B lee misure da adottare per abbatterlo, quindi lockdown o similare. C chi sostiene che sono azioni sbagliate che faranno saltare il Paese. Deduzione: A è uguale a C. Ossia chi sostiene l’ipotesi B è alleato con il virus e quindi è il nemico del popolo italiano. Cose simili si sono viste nella storia degli autoritarismi. Esempio forse eccessivo, ma è solo per far capire che nella logica del filosofo Vico sui corsi e ricorsi: stiamo assistendo ad una costruzione della realtà basata su questo modello di visualizzazione”.

“A tal proposito – prosegue il Garante – credo che siano stati studiati ad hoc i termini belligeranti tipo: il nemico, una guerra, il coprifuoco. E’ stato rispolverato il lemma ‘triage’, che era in uso al fronte nella prima guerra mondiale, cercando d’ingenerare in noi italiani la paura, la minaccia del nemico e combattere contro i suoi alleati. Non è un caso, poi rientrato, che qualcuno abbia ipotizzato, quando si è parlato di non essere in casa più di sei persone, la figura dei delatori, delle spie di pianerottolo, di quartiere. Modello Stasi. Il meccanismo psichiatrico è semplice: scatenare in noi il più antico atteggiamento che è latente fin dalla nostra nascite, lo stato paranoide. Dobbiamo essere consapevoli che così non si può più andare avanti. Occorre che l’Italia, forte della sua millenaria storia, sia guidata da abili e competenti piloti”, conclude Tasciotti.
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