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Il “Goretti” di Latina apre le porte a consiglieri regionali ed europarlamentari

30 ottobre 2020 | 12:15
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Il “Goretti” di Latina apre le porte a consiglieri regionali ed europarlamentari

Asl soddisfatta di poter mostrare l’impegno profuso dai professionisti

Latina – La direzione generale della ASL di Latina ha accolto “con piacere la visita ispettiva annunciata da consiglieri regionali ed europarlamentari all’ospedale Santa Maria Goretti”.

L’Azienda sanitaria locale manifesta soddisfazione all’idea di poter mostrare l’impegno che viene profuso quotidianamente non solo per i ricoverati affetti da Covid-19, ma per tutti i pazienti.

Potranno verificare di persona – scrive la direzione Asl in una nota – l’abnegazione del personale e l’assistenza che viene prestata ai malati in questo drammatico periodo di emergenza. Potranno verificare che le attese per un posto letto, sono inferiori a quelle di altre realtà sanitarie e che l’ospedale sta rispondendo all’emergenza adeguando gli spazi a seconda di un piano predisposto nei mesi scorsi e che viene dispiegato, in modo progressivo, in considerazione della pressione proveniente dall’esterno.

Potranno verificare che, grazie alle azioni intraprese, le attese di ambulanze sono occasionali e significativamente inferiori a quelle di altre realtà sanitarie. Potranno anche verificare che l’aver liberato spazi alle spalle del Pronto Soccorso, così come previsto dal Piano per maxi emergenze (Peimaf), risponde a precise strategie volte a prevenire ulteriori possibili situazioni di disagio in caso di necessità”.

L’Azienda è contenta di poter dimostrare che le attività svolte sono pianificate con attenzione e, infatti, conclude sottolineando: “Ritenere che quanto posto in essere sia il frutto di improvvisazioni, offende innanzitutto i professionisti sanitari che oggi gli onorevoli incontreranno durante la loro visita”.

La visita al Goretti consentirà di dare risposte anche al capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare.

Il consigliere Simeone solo ieri manifestava una serie di perplessità sull’ospedale di Latina.

“Ci duole purtroppo constatare che – scriveva Simeone in una nota – le prime risposte dell’Asl di Latina relativamente ai quesiti posti sulla situazione di emergenza Covid all’ospedale Santa Maria Goretti, appaiono insufficienti. Attraverso l’assessore regionale Alessio D’Amato siamo venuti a conoscenza di una nota con la quale il direttore sanitario del Presidio Nord Sergio Parrocchia ha prodotto una relazione sintetica sulle ultime fasi inerenti la riconversione Covid dell’ospedale Santa Maria Goretti”.

Il capogruppo di forza Italia ribadiva che “Purtroppo il rapporto non chiarisce i nostri dubbi espressi nell’interrogazione urgente inviata ai vertici dell’amministrazione regionale. Noi vogliamo avere l’esatta fotografia della situazione. Ho quindi inviato una nota al direttore generale dell’Asl con la quale chiedo di ricevere risposte chiare alle nostre precise domande: Quanti sono ad oggi i posti letto attivi per l’emergenza Covid all’ospedale Goretti? Quanti sono i pazienti che si trovano al Pronto Soccorso, e per ognuno di essi da quanti giorni sono in attesa di ricovero presso il reparto Covid del nosocomio? Come s’intende reperire ulteriori posti letto? Considerando che se anche solo per il 5% degli oltre 2000 soggetti attualmente ‘in isolamento domiciliare’ si presentasse la necessità di un ricovero, avremmo non meno di un centinaio di altri degenti”.

In merito alle misure che si stanno adottando per accogliere altri pazienti positivi al Covid-19 Simeone evidenziava : “Ho appreso inoltre con enorme stupore abbinato ad un grande senso di incredulità che sono stati rimossi i banchi della cappella del Goretti per fare spazio ad 8 posti letti per i malati Covid. Sembra proprio che si stia raschiando il barile.

Comprendo le ragioni d’urgenza del provvedimento, ma rendere inaccessibile al culto una cappella, per recuperare 8 posti letto, non risolve certamente i problemi, anzi, è la dimostrazione più lampante di una mancanza di strategia di ampio respiro”.

Si è rivolto poi direttamente al direttore Casati per sottolineare: ‘Va bene che si è in guerra, ma per vincerla occorrono le armi’. Naturalmente mi riferisco alle ‘armi’ della medicina e di una programmazione all’altezza dei nostri servizi sanitari. E per quelle purtroppo non basta invocare l’aiuto del Signore”.

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