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Fiumicino. Minacce, botte e abusi sessuali sulla compagna: arrestato 27enne

2 novembre 2020 | 11:58
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Fiumicino. Minacce, botte e abusi sessuali sulla compagna: arrestato 27enne

Ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate, il Tribunale di Civitavecchia ha messo il giovane agli arresti domiciliari

Fiumicino – Minacce, botte e abusi sessuali: per questo un giovane romano è stato arrestato dopo la denuncia della ex. Le indagini sono partite il 22 ottobre scorso, quando il personale del Pronto Soccorso ha segnalato agli agenti del commissariato Fiumicino, diretto da Catello Somma, la presenza di una donna, vittima di lesioni dal parte del partner.

Sul posto, ascoltata la denuncia della vittima, gli investigatori hanno appreso delle continue ingiurie, minacce e percosse subite dalla donna a causa della gelosia dell’uomo. Costretta ad interrompere i contatti con i propri amici, era stata più volte ingiuriata e colpita con schiaffi e calci da parte dell’ex compagno, soprattutto dalla fine del “lockdown”.

L’ultimo episodio, come si legge in una nota diffusa dalla Questura di Roma, il 19 ottobre scorso quando la ragazza, a seguito di una telefonata da parte del compagno, aveva deciso di incontrarlo per una ultima volta e, vedendolo tranquillo, di ospitarlo per un aperitivo a casa sua. All’improvviso però, quando ha ricevuto un sms sul cellulare, l’uomo l’ha nuovamente aggredita e picchiata, costringendola, per paura di ritorsioni, ad avere un rapporto sessuale con lui. Poi la mattina seguente si è allontanato da casa.

A mettere fine alle continue vessazioni contro la donna sono stati gli investigatori del commissariato che hanno informato l’Autorità Giudiziaria dei fatti accaduti. Ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate, il Tribunale di Civitavecchia ha emesso nei confronti dell’uomo, un 27enne romano, un provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari, con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione senza autorizzazione del Giudice e di comunicare attraverso qualsiasi mezzo con la parte offesa.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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