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Ostia, “ingaggiati” per estorcere denaro non ci riescono e si rifanno sui mandanti: arrestati

3 novembre 2020 | 13:29
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Ostia, “ingaggiati” per estorcere denaro non ci riescono e si rifanno sui mandanti: arrestati

Le denunce presentate ai Carabinieri hanno fatto scattare le indagini che hanno messo la parola fine alla poco proficua carriera dei due delinquenti

Ostia – I Carabinieri della Compagnia di Ostia, al termine di articolata attività di indagine coordinata da Pm del pool della Procura della Repubblica di Roma che tratta, tra l’altro, i reati contro il patrimonio, diretto dal Procuratore Aggiunto Dott.ssa Lucia Lotti, hanno arrestato due romani, dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma, per tentata estorsione.

Le indagini hanno consentito di accertare che i due malfattori, entrambi sulla cinquantina e già noti alle forze dell’ordine, erano stati “ingaggiati” per recuperate un presunto credito di oltre 220.000 euro, vantato da due commercianti nei confronti di un ristoratore.

Nonostante le reiterate minacce rivolte alla vittima, anche con l’uso di una pistola, i due non sono però riusciti a portare al termine il compito di farsi consegnare il denaro vantato.

I due indagati, a questo punto, pur non avendo portato a termine il loro “lavoro” di recupero del credito, hanno deciso che i due mandanti avrebbero comunque dovuto “rimborsarli” per il tempo loro dedicato. I due commercianti che avevano cercato di recuperare il credito vantato in questa maniera, pertanto, si sono così trovati a dover rispondere in prima persona alle pressanti richieste estorsive dei propri “dipendenti” incaricati.

Le denunce presentate ai Carabinieri hanno fatto scattare le indagini che questa mattina hanno messo la parola fine alla poco proficua carriera dei due delinquenti che sono stati arrestati e tradotti presso la casa circondariale di Civitavecchia, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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