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Latina, disagi a canale Rio Martino: “Codici” punta l’indice contro il Comune

4 novembre 2020 | 15:14
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Latina, disagi a canale Rio Martino: “Codici” punta l’indice contro il Comune

Bottoni sottolinea: “Sembra che quasi nulla sia stato fatto per permettere che le imbarcazioni dei pescatori possano uscire dal Porto”

Latina – Il Centro per i diritti del cittadino “Codici” tramite il suo responsabile provinciale, Antonio Bottoni interviene sulla situazione di Rio Marino e riporta di essere venuto a conoscenza che “ancora una volta, il 2 novembre le barche dei pescatori, uscite con l’alta marea dal Porto canale di Rio Martino hanno trovato enormi difficoltà a rientrare per la sopravvenuta bassa marea e per l’insabbiamento dell’imbocco del Canale, che si protrae da tanti anni senza che vengano effettuati almeno i lavori di dragaggio.

Infatti, fino ad ora, sembra che quasi nulla sia stato fatto per permettere che le imbarcazioni dei pescatori possano uscire dal Porto Canale con la ragionevole certezza di potervi rientrare”.

Il presidente del Centro ricorda che “il 21 settembre 2019 i sindaci dei Comuni di Latina e di Sabaudia, la Provincia e la Regione Lazio hanno sottoscritto un Accordo di programma per l’espletamento delle attività necessarie per l’esecuzione dei lavori a messa in sicurezza del Porto canale di Rio Martino e relative pertinenze idrauliche.

Nell’accordo è scritto che l’iter di progettazione e la realizzazione veniva affidato alla Provincia, che dei tre stralci funzionali previsti per l’opera era stato completato il primo, che del secondo, pur essendo stato eseguito un collaudo ‘tecnico – amministrativo’, mancano gli allacci dei servizi, oltre ad essere intervenuti dei crolli strutturali delle sponde non oggetto d’interventi e che nulla è stato fatto in relazione al terzo stralcio”.

Bottoni ricorda anche quali sono state le decisioni assunte nel corso del Consiglio comunale dii Latina il 28 marzo dello scorso anno, dove “è stato approvato un Ordine del giorno volto a sollecitare tutte le istituzioni pubbliche competenti a elaborare ‘un cronoprogramma di interventi che rendano fruibile la struttura e che consentano di predisporre al più presto il bando per individuare il gestore delle struttura diportistica di Rio Martino’”.

Codici ritiene: “A dir poco incredibile che la Giunta comunale di Latina soltanto 5 giorni fa, cioè il 29 ottobre scorso, con deliberazione numero 196 sia stata chiamata ad approvare non il progetto dei lavori né la relativa spesa, bensì soltanto il ‘Protocollo di accordo’ sottoscritto tra i due sindaci interessati.

Peraltro, ora questi lavori, per poter essere finanziati, dovranno essere inseriti nel prossimo ‘Piano triennale delle opere’, per cui trascorrerà chissà quanto altro tempo prima di poter dire che il problema si stia effettivamente risolvendo.

Riteniamo questa una ulteriore riprova del reale rispetto che l’attuale amministrazione civica evidenzia nei confronti degli impegni assunti e delle categorie di soggetti per i quali tali impegni sono vitali per la sopravvivenza delle proprie attività.

Ad aggravare tale opinione vi è il fatto che, come riporta la stessa delibera appena citata, il 28 marzo 2019, cioè oltre 19 mesi fa, il Consiglio comunale di Latina ha approvato un Ordine del Giorno volto a sollecitare tutte le Istituzioni pubbliche competenti ad elaborare ‘un cronoprogramma di interventi che rendano fruibile la struttura e che consentano di predisporre al più presto il bando per individuare il gestore delle struttura diportistica di Rio Martino’”.

Alla luce delle difficoltà registrate il responsabile provinciale del Centro dei diritti per il cittadino evidenzia: ”Molto probabilmente il Consiglio comunale doveva rivolgere il sollecito proprio allo stesso Comune, considerato il lunghissimo lasso di tempo trascorso senza che, praticamente, sia stato fatto un passo in avanti.

Intanto il Porto Canale continuerà ad insabbiarsi e le attività economiche legate alla sua fruibilità rischiano di non poter essere espletate per chissà quale motivo e per chissà quanto tempo.

Ultima osservazione: per il Comune, era proprio necessario dover acquisire il parere di uno studio legale esterno, immaginiamo con incarico retribuito, invece che richiederlo gratuitamente all’Avvocatura comunale?”

(Il Faro Online)