Roma, postano su YouTube i video dei pestaggi: in manette 4 trapper

4 novembre 2020 | 12:08
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A tradire gli indagati è stato il “film” delle violenze, pubblicato dai quattro “trapper” a distanza di poche ore sulla nota piattaforma YouTube

Roma – Hanno tra i 23 ed i 36 anni i quattro “trapper” autori di due violente e brutali aggressioni consumate tra marzo ed aprile 2020 a Roma. Tutti esperti di arti marziali e pugilato, sono stati accusati dei reati di sequestro di persona, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, a conclusione delle indagini coordinate della Procura della Repubblica di Roma e condotte dagli investigatori della Digos della Questura di Roma, diretti dal dr. Giampietro Lionetti.

A tradire gli indagati, tutti destinatari di ordinanza di custodia cautelare domiciliare, è stato il “film” delle violenze pubblicato a distanza di poche ore sulla nota piattaforma YouTube, a ostentazione della brutalità con la quale le vittime sono state ripetutamente colpite fino a subire serie lesioni personali.

Il primo episodio, che risale al 7 marzo 2020, si consuma nella cornice del mondo “trapper”. Mancano pochi minuti alla mezzanotte quando il “branco” irrompe in uno studio di registrazione musicale dove altri “trapper” erano intenti a suonare, dando il via alla violenza cieca. I quattro, impedendo fisicamente ogni via di fuga, hanno colpito senza alcuno scrupolo le vittime, “avvalendosi” delle tecniche di arti marziali e pugilato. Durante l’aggressione, le vittime, sanguinanti sono state costrette a restare in ginocchio e con lo sguardo rivolto in basso, a sottolinearne la “sottomissione” agli aggressori. Le violenze si sono protratte per almeno un’ora, fino a quando i quattro si sono allontanati dalla sala di registrazione. Non si esclude il concorso di altri complici con funzioni di copertura dell’azione in scena all’interno, e sui quali proseguono le indagini volte alla loro identificazione.

A tingersi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, è poi la seconda azione, accertata ad aprile, ma di cui non è ancora certa la data in cui è stata consumata, allorché i quattro, in strada, si scagliano improvvisamente e senza alcun motivo su un passante, un cittadino di origini extracomunitarie, anche in questo caso mandando in scena un copione di violenza brutale che lascia a terra la vittima, priva di sensi. Ad aggravare le immagini, commenti che documentano l’oltraggio al benché minimo sentimento di umanità per la vittima, che viene “sbeffeggiata” con la frase “questo è un uomo” e definita “sprecata”, quasi a svilirne la dignità anche come vittima di violenza.

Tutti gli aggressori sono gravati da precedenti per reati contro la persona, tra cui lesioni personali e rissa, nonché, a diverso titolo, per porto d’armi ed oggetto ad offendere e, in un caso per reati contro il patrimonio.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove di formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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