Il Fatto

Falsi affitti agli studenti, denunciati dalla Polizia di Civitavecchia due uomini

7 novembre 2020 | 17:12
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Falsi affitti agli studenti, denunciati dalla Polizia di Civitavecchia due uomini

I due uomini sono stati denunciati in stato di libertà per truffa e frode informatica

Civitavecchia – Proponevano su internet falsi affitti per studenti, alla fine sono stati denunciati dalla Polizia di Stato a
Civitavecchia per i reati di truffa e frode informatica. Si tratta di due uomini, cognati fra loro, di Rignano Flaminio.

Le indagini sono partite dalla denuncia presentata, alla fine di agosto, negli uffici del commissariato di Civitavecchia, diretto da Paolo Guiso, da un 52enne cittadino italiano. Questi era alla ricerca di un appartamento per la propria figlia, iscritta all’Università di Bologna, e aveva inserito un annuncio su vari siti internet, fornendo tutti i suoi contatti, ricevendo quindi un messaggio tramite una nota app di messaggistica da una donna che gli ha offerto un appartamento, corrispondente alle sue richieste, al costo di 650 euro al mese.

Dopo una breve trattativa via messaggi, si sono accordati per la cifra pattuita che la donna ha chiesto le venisse inviata tramite ricarica sulla sua carta di credito. L’uomo le ha però inviato solo un acconto di 350 euro, in attesa di vedere l’appartamento.

Dopo pochi giorni, la donna ha ricontattato, sempre con messaggio, il 52enne richiedendo l’anticipo del versamento di due mesi di affitto con la motivazione di aver ricevuto altre richieste per l’appartamento e, nel tentativo di convincerlo, ha evidenziato di avere problemi economici e familiari e che avrebbe restituito il denaro appena possibile, inviando, a garanzia di ciò, una foto della propria carta d’identità. L’uomo insospettito ha risposto chiedendo la restituzione della somma già versata come acconto in quanto non più interessato all’affitto, senza però ricevere risposte dall’utenza telefonica che lo bloccava sull’applicazione.

Dalle indagini è emerso che il numero telefonico utilizzato per contattare le vittime è un’utenza francese, mentre l’intestataria del documento inviato era effettivamente corrispondente a quelle generalità di persona residente a Bergamo e che nel mese di settembre, dopo aver appreso che ignoti avevano effettuato delle truffe con le stesse modalità (proposte di affitti nelle principali sedi di Università del nord), aveva presentato denuncia alla Questura di Bergamo per il reato di “sostituzione di persona”.

Gli agenti, inoltre, dopo aver acquisito copia del documento utilizzato per l’attivazione della carta di credito sono risaliti all’intestatario, un uomo 50enne di Rignano Flaminio con precedenti di polizia. L’uomo, identificato, ha confermato di aver attivato la carta di credito per conto del cognato, il quale avrebbe dovuto inviarla in Francia. I due uomini sono stati denunciati in stato di libertà per truffa e frode informatica. (fonte Agi)

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove di formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.