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Dono Svizzero di Formia nella rete degli ospedali Covid, le perplessità del sindaco

10 novembre 2020 | 13:17
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Dono Svizzero di Formia nella rete degli ospedali Covid, le perplessità del sindaco

Il primo cittadino scrive al direttore generale dell’Asl di Latina, Giorgio Casati, per avere chiarimenti

Formia – Il sindaco di Formia, Paola Villa, scrive al direttore generale dell’Asl di Latina, Giorgio Casati, in merito “alla scelta operata con ordinanza del presidente della Regione Zingaretti, a dir poco inadeguata, avventata e senza costrutto ovvero individuare il presidio ospedaliero ‘Dono Svizzero’ di Formia, nella Rete regionale degli Ospedali covid”.

La scelta di trovare sei posti letto nel reparto di Medicina d’Urgenza, reparto collocato in continuità con il Pronto Soccorso, resta incomprensibile e, soprattutto, poco oculata e credibile”.

Il primo cittadino di Formia continua specificando che “non più tardi di cinque mesi fa, il 6 maggio 2020, Lei stesso scriveva, in risposta a una mia ennesima missiva, che ‘il Goretti di Latina è l’unico ospedale della provincia dotato di una unità di Malattie infettive che, unitamente alla possibilità tecnica di destinare posti letto di terapia intensiva per pazienti covid, era la condizione essenziale per identificare una struttura ospedaliera come covid…’.

E sempre parole Sue sono nella stessa lettera ‘ …se fosse stato individuato anche il Dono Svizzero come ospedale covid, di due Dea non ne avremmo avuto a disposizione uno solo per la gestione delle emergenze tempo dipendenti che, come noto, non possono essere trattate né da Fondi né da Terracina. Si pensi, anche per un solo secondo quale prezzo avrebbero pagato i pazienti no-covid della provincia di Latina…’”.

Nel ricordare quella che era stata una risposta del dirigente la Villa formula una serie di quesiti: “Mi chiedo oggi che valore abbiano queste parole e perché prima di prendere qualsiasi tipo di decisione in Regione, non si siano condivisi costi e benefici con chi vive, lotta e soffre in prima linea sui territori e con i territori?

Le chiedo che tipo di protocollo è stato seguito e dove sono stati individuati i nuovi percorsi, affinché si evitino le promiscuità tra pazienti covid e no-covid?

Le domando, altresì, se a oggi sono stati individuati protocolli ufficiali perché sia tutelato il diritto alla salute e del personale sanitario e di tutti i pazienti che si rivolgono quotidianamente al nostro ospedale?

Le chiedo se questa scelta non comporterà l’ulteriore chiusura delle prestazioni ambulatoriali del Dono Svizzero, comportando ritardi ed enormi compromissioni sanitarie, ricadendo sulla qualità della vita di tutti i cittadini, che le ricordo non sono solo quelli di Formia, ma dell’intero Sud Pontino?

Le chiedo che cosa è rimasto dell’investimento, fatto la primavera scorsa, sul reparto di Malattie infettive del Di Liegro di Gaeta, perché non si sia valutata la necessità in questi mesi di renderlo operativo e autonomo con propria radiologia e un laboratorio analisi. All’inaugurazione sentimmo proclami e promesse su quei dodici posti letto?”

Il sindaco lamenta: “Oggi ci troviamo di fronte a una scelta che viene calata dall’alto senza alcuna precauzione e soprattutto confronto. Se bisognava fare tale scelta era necessario quantomeno prima installare la Tac a 128 strati, potenziare con nuove assunzioni il reparto di Medicina d’Urgenza, individuare realmente nuovi percorsi, rimettendo a nuovo anche la tenda del pre-triage affinché diventasse l’ingresso per il nuovo percorso, proteggendo realmente il Pronto Soccorso.

Il Pronto soccorso del Dono Svizzero è indispensabile perché è l’unico in un raggio di decine di chilometri e per oltre centocinquantamila cittadini, isole comprese.

Le chiedo che – prosegue – si abbiano al più presto risposte, che si organizzi anche un tavolo dove si possa avere chiarezza e contezza dei numeri, delle nuove risorse umane, dei protocolli e loro relativi responsabili, elenco di nuove strumentazioni e soprattutto certezze dei percorsi. Oppure che si individuino in altra struttura ospedaliera i posti per pazienti covid, riconoscendo senza timore di aver fatto una scelta, mi permetta, scellerata e poco sensata.

Confido in un incontro di razionalità per la tutela della salute dei cittadini, alcuni dei quali anche operatori del settore sanitario che oggi più che mai si trovano a combattere in prima linea senza nemmeno ‘l’armatura’ adeguata”.

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