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Ristoratori, da Firenze a Roma a piedi per protesta: la marcia degli “inessenziali” contro i Dpcm

13 novembre 2020 | 20:43
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Al Pantheon la protesta dei ristoratori toscani, supportati da altre categorie definite dal Premier “inessenziali”, per chiedere aiuti più concreti per un settore oramai in ginocchio

Roma – Dieci giorni di cammino lungo la via Francigena, da Firenze a Roma al grido di #Contearriviamo, per protestare contro i Dpcm del Governo: è la “Marcia degli inessenziali” (come definiti dallo stesso Premier), ovvero dei ristoratori, partita il 4 novembre da Ponte Vecchio e giunta questa mattina nella Capitale.

L’arrivo a Piazza del Popolo, poco dopo le 13, è segnato dalla stanchezza e dallo stress, ma gli occhi sono traboccanti di gioia per essere riusciti nell’impresa. Il sorriso non si vede perché coperto dalla mascherina. Qualcuno si sdraia sui sampietrini sotto il grande obelisco egiziano lasciandosi coccolare dai raggi di un sole che sembra quasi estivo, qualcun altro videochiama i figli rimasti a casa. A sventolare sotto il cielo azzurro decine di tricolori e manifesti contro i Decreti.

Ma la meta finale è un’altra piazza, molto più vicina ai Palazzi del potere. E allora di nuovo zaino in spalla e bandiera dell’Italia in mano lungo via di Ripetta – tutti ben distanziati e in fila indiana – per raggiungere il Pantheon (che in queste settimane è stato lo sfondo anche per altre manifestazioni di protesta da parte di diverse categorie penalizzate dai Dpcm).

In testa al corteo c’è il ristoratore fiorentino Pasquale Naccari, che ha guidato il gruppo di colleghi toscani tra i borghi della via Francigena. In tanti si sono uniti alla loro protesta: non solo altri imprenditori del settore della ristorazione incontrati durante il cammino, ma anche gli Ncc, gli ambulanti, i parrucchieri, le lavanderie. Ma anche il settore extralberghiero e gli artisti.

Naccari: “Ci è stata tolta la dignità di lavorare”

“Abbiamo portato avanti un ideale. Dovevamo risvegliare le coscienze, quelle stesse coscienze che oggi in questi Palazzi si sono smarrite – dice Naccari aprendo la manifestazione tra le colonne marmoree del Pantheon -. Ci hanno dimenticati. E se è vero che l’Italia uscirà da questa pandemia a livello sanitario se non si interviene subito questa Nazione non ne uscirà mai dal punto di vista economico“.

“Avevano detto che non ce l’avremmo mai fatta, che si saremmo fermati dopo pochi chilometri, che avremmo usato degli autobus. Non abbiamo pensato a noi stessi ma ai nostri dipendenti, ai nostri figli, al nostro futuro. E oggi siamo a Roma per poterci riprendere quello che ci è stato tolto: la dignità di poter lavorare“, aggiunge Naccari.

Tirrito: “Aiuti economici concreti per far ripartire le attività”

“Era doveroso accompagnare e supportare questa iniziativa che ha visto un sacrificio che è non stata solo una camminata ma una vera e propria richiesta d’aiuto, un aiuto concreto non a parole”, spiega Maricetta Tirrito, membro del Comitato Sos Lazio e del Comitato Flat Tax Lazio, presente in piazza per appoggiare i ristoratori toscani.

Sentirsi chiamare ‘inessenziali’ nei provvedimenti del premier Conte ha smosso queste persone e le loro attività. Si sono fatte sentire in maniera tranquilla e pacifica dimostrando che con le proprie mani e con i propri piedi si arriva dove si vuole”, aggiunge.

“Il Comitato Sos Lazio Commercio e il Comitato Flat Tax Lazio saranno di supporto alla delegazione che sarà ricevuta dal Premier al quale si chiederanno garanzie con cognizione di causa affinché le imprese possano continuare a lavorare e al termine dell’emergenza possano ripartire. Dunque servono aiuti economici concreti non solo per gli imprenditori ma anche per i lavoratori di queste attività“.

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