Finanze vaticane, Becciu: “Danno planetario a me e alla Chiesa, chiesto cospicuo risarcimento”

18 novembre 2020 | 17:05
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Finanze vaticane, Becciu: “Danno planetario a me e alla Chiesa, chiesto cospicuo risarcimento”

Il porporato: “Continuerò a servire la Chiesa e a essere totalmente fedele al Santo Padre e alla Sua Missione”

Città del Vaticano – “A fronte della campagna di stampa che ‘L’Espresso’, sin dal 24 settembre scorso, ha condotto senza soluzione di continuità in relazione alla mia persona con una serie di accuse, tutte assolutamente prive di fondamento, ho promosso azione civile, tramite lo studio legale Callipari del Foro di Verona, per il risarcimento degli enormi danni patiti”. Lo fa sapere il cardinale Angelo Becciu.

“La documentazione presentata al Tribunale – sottolinea Becciu – prova l’assoluta infondatezza delle ricostruzioni pubblicate a più riprese dal citato settimanale. Il diritto-dovere di informare non ha nulla a che vedere con quanto è stato scritto nei miei confronti, in un crescendo di distorsioni della realtà che hanno deliberatamente massacrato e deformato la mia immagine di uomo e di sacerdote”.

“Per tale ragione, anche alla luce dell’estrema gravità delle infondate accuse, chi si è reso protagonista di queste propalazioni ne risponderà davanti ai giudici. Risponderà, peraltro, di avermi fatto passare per ‘indagato’ senza che io abbia mai ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria né dalla giustizia vaticana né da quella italiana; risponderà per avermi accusato di condotte deprecabili che ho, anche documentalmente – prosegue il cardinale -, smontato una a una, a partire proprio da quella più dolorosa di aver distratto fondi, della Chiesa e dei fedeli, in favore dei miei familiari. Fino al fantasioso complotto ai danni del cardinale Pell, con ingerenze illecite dirette a condizionare il suo processo. Tutto falso”.

A fronte del danno planetario che queste eccentriche ‘inchieste’ hanno arrecato alla mia persona e, quel che è più importante, alla Chiesa tutta, è stata avanzata una richiesta di un cospicuo risarcimento, da devolvere interamente per opere caritatevoli – aggiunge Becciu – Continuerò a servire la Chiesa e a essere totalmente fedele al Santo Padre e alla Sua Missione, ma spenderò ogni mia residua energia per fare in modo che, anche a Loro tutela, sia ristabilita la verità attraverso gli accertamenti giudiziari che ho promosso e che sarò eventualmente costretto a promuovere, anche in sede penale, tramite l’avvocato Fabio Viglione, ove dovessero proseguire le gravi e diffamatorie mistificazioni della realtà sul mio conto“.

Galantino: “Nessuno ha rubato le offerte per i poveri”

“Le perdite dell’investimento di Londra sono state sopportate dal fondo di riserva e non dall’Obolo di San Pietro o da quello a disposizione del Santo Padre”. Monsignor Nunzio Galantino fa chiarezza sugli ultimi fatti di cronaca in un’intervista esclusiva che Famiglia Cristiana pubblica nel numero da domani in edicola. “Non siamo un’azienda. Il nostro compito non è fare profitti“, spiega il presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica).

Che precisa cos’è chiamato a gestire: “Parliamo di tutto ciò (denaro o immobili) che, nel tempo, con modalità e per scopi diversi, è entrato a far parte del Patrimonio della Santa Sede. Un patrimonio che ha una sola finalità: sostenere la vita e la missione della Chiesa nel mondo. In tutte le sue forme: dalla evangelizzazione alla carità, dalla promozione umana a quella che Antonio Rosmini chiamava la ’carità intellettuale’. Si tratta di un patrimonio in gran parte frutto di donazioni e offerte dei fedeli. Dal momento, poi, che non sempre quanto ricevuto è stato subito speso, si è provveduto anche a fare degli investimenti. Come ha ricordato infatti il Papa tornando dal suo viaggio in Giappone: ‘È imprudente mettere il denaro (residuo) in un cassetto e non investirlo’“.

“Quello della Chiesa è un bilancio di missione – conclude Galantino – nel senso che ai singoli dicasteri la Chiesa offre dei servizi legati alla sua missione, che hanno dei costi. Si pensi solo ai circa 5 mila dipendenti o alla manutenzione e gestione degli immobili che ospitano l’attività dei singoli dicasteri. Qualche numero: la media delle spese, stabile in questi ultimi anni, si attesta sui 330 milioni; mentre le entrate si aggirano sui 270 milioni”. (fonte Adnkronos)