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Processo Stato-mafia, Tirrito: “Riggio squarcia il velo. Anche gli intoccabili tremano, finalmente”

19 novembre 2020 | 16:36
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Processo Stato-mafia, Tirrito: “Riggio squarcia il velo. Anche gli intoccabili tremano, finalmente”

“Finalmente è possibile chiamare in causa, con lo strumento giudiziario, anche i cosiddetti intoccabili, sistemati nei posti chiave dello Stato e collusi con la malavita”

Lo ha detto davanti ai giudici in udienza, lo ha ribadito di fronte alle telecamere di Atlantide (La7): “Sono stato minacciato da appartenenti allo Stato, non alla mafia. Chi mi ha minacciato ha una divisa e appartiene allo Stato” .

Queste parole di Pietro Riggio, ex agente di polizia penitenziaria e collaboratore di Giustizia dal 2008 – afferma Maricetta Tirrito, portavoce del Cogi, Comitato dei Collaboratori di Giustizia – in tempi normali, avrebbero riempito le pagine di tutti i giornali, mentre oggi, voglio sperare sia per l’attenzione tutta rivolta al Covid, questa fortissima accusa passa inosservata.

Eppure è un fatto che, dopo depistaggi e processi infiniti, oggi sembra arrivato il momento il cui viene squarciato il velo della complicità dello Stato, o meglio di pezzi delle Istituzioni conniventi, con la mafia; scenari che finalmente oggi si possono capire e raccontare, che stranamente non trovano spazio sui grandi giornali.

La deposizione di cui parliamo è dell’11 ottobre 2020, dunque aggiornatissima. E 5 diverse procure (Caltanissetta, Palermo, Firenze, Reggio Calabria, Catania) stanno utilizzando le sue dichiarazioni; interventi in aula che letteralmente stravolgono processi incardinati da anni.

E’ sempre più evidente che l’utilizzo dei collaboratori di Giustizia resta un punto focale, forse l’unico vero spiraglio che abbiamo nella vecchia e nella nuova mafia per cercare di capire quale sia l’evoluzione del pensiero mafioso e avere un’arma concreta per contrastarlo.

Questo episodio rafforza anche la linea per cui i Collaboratori e le loro famiglie vanno tutelati, in quanto unici nel poter dare indicazioni agli inquirenti per orientarsi nel torbido mondo della malavita organizzata e delle connivenze che riesce a creare.

Finalmente è possibile parlare apertamente di pezzi deviati dello Stato, di incontri con boss mafiosi, di pressioni e intimidazioni, di argomenti fino a poco tempo fa innominabili. E finalmente è possibile chiamare in causa, con lo strumento giudiziario, anche i cosiddetti intoccabili, sistemati nei posti chiave dello Stato e collusi con la malavita. Il prossimo passo è non fermarsi”.