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Reddito di cittadinanza ai mafiosi: bonus anche alla famiglia del killer di Livatino

19 novembre 2020 | 18:49
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Reddito di cittadinanza ai mafiosi: bonus anche alla famiglia del killer di Livatino

Una prima stima, fa ritenere ammontante a 110 mila euro, il danno per le casse pubbliche già accertato

Agrigento – La Guardia di finanza, su disposizione del procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, e del sostituto, Gloria Andreoli, ha eseguito il sequestro preventivo di 8 social card utilizzate per fruire del reddito di cittadinanza, che si aggiungono alle 11 già sequestrate nei giorni scorsi.

I titolari delle carte sequestrate sono tutti indagati a piede libero per i reati di indebita percezione di reddito di cittadinanza e falso in autodichiarazione.

I Finanzieri hanno accertato che tra i percettori del beneficio oggi indagati, figurano soggetti sottoposti a misura detentiva per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, attualmente detenuti, nonché per reati associativi finalizzati al traffico di sostanze stupefacenti, furto, ed altri reati comuni.

Tra le famiglie che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza c’è anche quella di uno degli esecutori dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, condannato in via definitiva per omicidio, associazione a delinquere di stampo mafioso ed altro a 7 ergastoli.

Tutte le posizioni illecite fatte emergere dalle Fiamme Gialle sono state segnalate all’Inps per la revoca e il recupero del beneficio economico. Una prima stima, fa ritenere ammontante a 110 mila euro, il danno per le casse pubbliche già accertato. Sono in corso ulteriori indagini per identificare altri illegittimi percettori del reddito di cittadinanza. (Fonte: Italpres)