Roma, lo adescano in chat, lo drogano e tentano di violentarlo in un B&B: fermati due uomini

21 novembre 2020 | 12:05
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Roma, lo adescano in chat, lo drogano e tentano di violentarlo in un B&B: fermati due uomini

Il ragazzo è stato picchiato e rapinato del denaro e del cellulare, ma è riuscito a scappare ed a chiedere aiuto alla Polizia

Roma – L’hanno invitato in un B&B ed hanno cercato di indurlo a compiere particolari pratiche sessuali. Non riuscendoci nemmeno dopo aver tentato di fargli bere alcol e consumare sostanze stupefacenti, l’hanno picchiato e rapinato del denaro e del cellulare. E’ successo a Roma, nei primi giorni di novembre nel quartiere Appio Latino.

Nonostante i due, un 42enne e un 28enne, abbiano poi tentato di stordirlo mettendogli in bocca un asciugamano, imbevuto presumibilmente di narcotizzante, il ragazzo è riuscita a scappare ed a fermare in strada una pattuglia della Sezione Volanti, chiedendo loro aiuto.

Conferme al racconto fatto dal ragazzo sono poi arrivate dal sopralluogo che i poliziotti hanno effettuato all’interno della stanza del B&B dove hanno trovato diversi tipi di droga, cocaina, chetamina, metanfetamina e GHB, anche conosciuta come droga dello stupro, con evidenti tracce di una recente colluttazione.

I successivi accertamenti che hanno portato alla cattura dei due aggressori, sono stati fatti dagli investigatori del Distretto San Giovanni, diretto da Mauro Baroni,  in collaborazione con gli agenti del commissariato Appio Nuovo.

I due uomini, fermati all’interno di un bar dove erano stati attirati da un dipendente del B&B  che gli aveva dato appuntamento, sono stati invece ricevuti dai poliziotti, in abiti civili e sottoposti a fermo di indiziato di delitto, successivamente convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma.

Per le lesioni riportate, il ragazzo, che aveva conosciuto i due uomini su una chat, è stato giudicato guaribile con una prognosi di 14 giorni. I due si trovano attualmente ristretti rispettivamente presso il carcere di Rebibbia e presso quello di Frosinone.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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