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Il Papa ai giovani: “Non siamo fatti per sognare il weekend ma per realizzare i sogni di Dio” foto

Nella basilica di San Pietro il passaggio dei simboli della Gmg dai giovani panamensi ai giovani portoghesi, il Pontefice: "Non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita"

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di misericordia sono le opere più belle della vita”. E’ un invito a sognare in grande e a non rimanere “parcheggiati ai lati della vita” quello che Papa Francesco rivolge ai giovani di tutto il mondo. Lo fa dal pulpito della basilica di San Pietro, dove celebra. all’Altare della Cattedra, la Santa Messa in occasione della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo.

Poche decine di fedeli, distanziati e con la mascherina, sono presenti nella basilica. Tra di loro una delegazione dei giovani panamensi e di giovani portoghesi, con indosso le maglie con il logo della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Lisbona nel 2023 (posticipata di un anno a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso). Al termine della celebrazione, la Croce e l’icona della Salus Populi Romani, saranno consegnate dai giovani sudamericani ai portoghesi.

Nell’omelia, il Pontefice fa notare come nella pagina odierna del Vangelo (cfr Mt 25,37-40), “il Signore ci consegna la lista dei doni che desidera per le nozze eterne con noi in Cielo. Sono le opere di misericordia, che rendono eterna la nostra vita“. E ammonisce: “‘Io sono lì’, ti dice Gesù, “ti aspetto lì, dove non immagini e dove magari non vorresti nemmeno guardare, lì nei poveri’. Io sono lì, dove il pensiero dominante, secondo cui la vita va bene se va bene a me, non è interessato. Io sono lì, dice Gesù anche a te, giovane che cerchi di realizzare i sogni della vita“.

Sprona quindi i giovani a non rinunciare “ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia”.

E aggiunge: “Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di misericordia sono le opere più belle della vita. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria di Dio, questa è la strada. Perché le opere di misericordia danno gloria a Dio più di ogni altra cosa”. “Sulle opere di misericordia saremo giudicati“, aggiunge a braccio.

“Ma da dove si parte per realizzare grandi sogni?”, si domanda il Papa. La risposta: “Dalle grandi scelte”. “Infatti, nel momento del giudizio finale il Signore si basa sulle nostre scelte – spiega rifacendosi al brano evangelico proclamato durante la messa -. Essere buoni o cattivi dipende da noi. Egli trae solo le conseguenze delle nostre scelte, le porta alla luce e le rispetta. La vita, allora, è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne”.

Scelte banali portano a una vita banale – ammonisce -, scelte grandi rendono grande la vita. Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male. Se scegliamo di rubare diventiamo ladri, se scegliamo di pensare a noi stessi diventiamo egoisti, se scegliamo di odiare diventiamo arrabbiati, se scegliamo di passare ore davanti al cellulare diventiamo dipendenti“. “Ma se scegliamo Dio – sottolinea – diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare diventiamo felici. Sì, perché la bellezza delle scelte dipende dall’amore. Gesù sa che se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi”.

Il segreto della vita, allora, prosegue il Papa ponendo il sacrificio di Gesù come modello, è che “la si possiede solo donandola”. Ammette che “ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte: spesso il timore, l’insicurezza, i perché senza risposta. L’amore, però – sottolinea -, chiede di andare oltre, di non restare appesi ai perché della vita aspettando che dal Cielo arrivi una risposta”.

L’amore, aggiunge, “spinge a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già piena di scelte che facciamo per noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per soddisfare i propri hobby e interessi. Ma rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare”. Cita poi un passo dei Promessi Sposi di Manzoni, un autore che “diede un bel consiglio: ‘Si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio’ (I Promessi Sposi, cap. XXXVIII)”.

Oltre ai dubbi e i perché, però, “a insidiare le grandi scelte generose, ci sono tanti altri ostacoli“. Francesco li elenca tutti: “La febbre dei consumi, che narcotizza il cuore di cose superflue”, “l’ossessione del divertimento, che sembra l’unica via per evadere dai problemi e invece è solo un rimandare il problema”, “il fissarsi sui propri diritti da reclamare, dimenticando il dovere di aiutare“.

“E poi c’è la grande illusione sull’amore, che sembra qualcosa da vivere a colpi di emozioni, mentre amare è soprattutto dono, scelta e sacrificio”, aggiunge. “Scegliere, soprattutto oggi, è non farsi addomesticare dall’omologazione, è non lasciarsi anestetizzare dai meccanismi dei consumi che disattivano l’originalità, è saper rinunciare alle apparenze e all’apparire – dice parafrasando il pensiero di Carlo Acutis, il giovane adolescente da poco proclamato Beato (leggi qui). Scegliere la vita è lottare contro la mentalità dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito, per pilotare l’esistenza verso il traguardo del Cielo, verso i sogni di Dio”.

E conclude: “Vorrei darvi un ultimo consiglio per allenarsi a scegliere bene. Se ci guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due domande diverse. Una è: che cosa mi va di fare? È una domanda che spesso inganna, perché insinua che l’importante è pensare a sé stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la domanda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore è un’altra: che cosa ti fa bene? Qui sta la scelta quotidiana, che cosa mi va di fare o che cosa mi fa bene? Da questa ricerca interiore possono nascere scelte banali o scelte di vita”.

La Gmg diocesana cambia data

Le Giornate Mondiali della Gioventù che si celebrano ogni anno nelle diocesi di tutto il mondo cambiano data. Lo annuncia Papa Francesco al termine della celebrazione eucaristica, prima del significativo gesto del passaggio della Croce e dell’icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù, dalla delegazione panamense a quella portoghese.

“Mentre ci prepariamo alla prossima edizione intercontinentale della Gmg, vorrei rilanciare anche la sua celebrazione nelle Chiese locali – dice il Pontefice -. Trascorsi trentacinque anni dall’istituzione della Gmg, dopo aver ascoltato diversi pareri e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, competente sulla pastorale giovanile, ho deciso di trasferire, a partire dal prossimo anno, la celebrazione diocesana della Gmg dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Cristo Re. Al centro rimane il Mistero di Gesù Cristo Redentore dell’uomo, come ha sempre sottolineato San Giovanni Paolo II, iniziatore e patrono delle Gmg. Cari giovani, gridate con la vostra vita che Cristo vive e regna! Se voi tacerete, grideranno le pietre! (cfr Lc 19,40)”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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