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L’ultimatum di Cisl Fp: “Ancora silenzio sui disagi nelle scuole di Pomezia. Se Comune e Prefetto non ci ascoltano, scioperiamo”

Cosentino e Marocco: "Giovedì 26 novembre, dalle ore 8:00 alle ore 11:00 abbiamo indetto un'assemblea degli insegnanti per decidere un'eventuale data per lo sciopero"

Pomezia – “Dopo lo stato di agitazione e la richiesta del tentativo di conciliazione al Prefetto di Roma, purtroppo abbiamo ascoltato solo il silenzio assordante del Comune di Pomezia, che ad oggi non ha voluto un’interlocuzione diretta con la nostra organizzazione sindacale per trovare una soluzione condivisa alle problematiche da noi evidenziate (leggi qui)”. Lo dichiarano, in una nota stampa, Giancarlo Cosentino segretario generale della Cisl Funzione Pubblica Roma Capitale e Rieti e Michele Marocco responsabile del Dipartimento Funzioni Locali.

“Pertanto, – proseguono il Segretario Generale ed il Responsabile – la situazione, legata alla tutela dei diritti dei piccoli utenti e delle insegnanti, ci ha obbligato ad indire una nuova assemblea del personale insegnante delle scuole dell’infanzia di Pomezia per il prossimo giovedì 26 novembre 2020 dalle ore 8:00 alle ore 11:00 per decidere con le insegnanti la data per la proclamazione di uno sciopero per l’intera giornata, nel caso il Comune di Pomezia ed il Prefetto non convocassero alcuna riunione.

Intanto è stato inviato il 20 novembre 2020 un sollecito al Prefetto di Roma ed al Comune di Pomezia, anche a seguito di un post su Facebook pubblicato dal Movimento 5 Stelle Pomezia, non siamo a conoscenza se tale pagina faccia direttamente capo al partito di maggioranza dell’ente, nel quale sono state riportate notizie circa quanto sarebbe emerso in una commissione consiliare proprio sulla scuola dell’infanzia, che se confermate, andrebbero, a nostro giudizio, totalmente in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente, dalle circolari ministeriali nonché dalle linee guida emesse in questi anni dal Ministero dell’Istruzione, tra cui le ‘Linee Guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità’, Circolare MIUR n. 4274 del 4 agosto 2009, nella quale si ribadisce che l’insegnante per le attività di sostegno non può essere utilizzato per svolgere altro tipo di funzioni, se non quelle strettamente connesse al progetto di integrazione, in quanto tale diverso utilizzo riduce anche in minima parte l’efficacia del progetto di inclusione nella classe del bambino disabile.

Infatti, nel post invece è riportato testualmente che ‘l’insegnante di sostegno non è assegnato al bambino ma è di sostegno alla classe, è può capitare che venga utilizzato come supplenza non solo adesso che siamo in pandemia, ma sempre, ovvero quando l’assenza del docente è imprevista e non ci sono i tempi tecnici per consultare la messa a disposizione'”.

“Su questo punto – sottolineano Cosentino e Marocco – ribadiamo che è inopportuno, a nostro parere, ricorrere alla sostituzione dei docenti delle classi assenti con personale in servizio sui posti di sostegno ritenendo, ciò che invece avviene presso le scuole dell’infanzia di Pomezia, sempre a nostro giudizio, una palese inadempienza contrattuale precludendo illegittimamente il diritto costituzionale garantito del bambino disabile. In caso di sostituzione dell’insegnante titolare, l’insegnante di sostegno modifica il ruolo per il quale è stato assunto dall’ente dovendo tra l’altro interrompere, a nostro giudizio, il pubblico servizio per il quale ha sottoscritto il suo contratto, sospendendo di fatto il proprio lavoro di inclusione del bambino disabile.

Tali sostituzioni poi avverrebbero ancora oggi senza alcuna disposizione formale da parte della dirigente, facendo ricadere, a nostro parere, le eventuali responsabilità civili, penali ed erariali, sulle coordinatrici di plesso e sulle insegnanti interessate. Per tale motivo abbiamo inviato la nota anche all’Osservatorio permanente per l’inclusione presso il Ministero dell’Istruzione ed all’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, affinché tali importanti organi possano intervenire sulle questioni da noi sollevate per la tutela dei bambini disabili”.

“Abbiamo altresì evidenziato – spiegano – ancora una volta l’inopportunità di procedere alle assunzioni attraverso l’istituto della messa a disposizione a chiamata diretta a seguito della presentazione da parte delle interessate di una semplice domanda per l’assunzione, in quanto la CISL FP di Roma Capitale e Rieti da mesi chiede una selezione a titoli con un bando di concorso a tempo determinato, come previsto dalle vigenti norme e dalla stessa Costituzione all’art. 97.

Inoltre, abbiamo chiesto al Comune di Pomezia, se il personale attualmente chiamato a svolgere le supplenze sia in possesso dei titoli abilitativi necessari allo svolgimento dei propri ruoli all’interno delle scuole dell’infanzia ed agli organi di controllo e vigilanza, a cui la nostra nota è stata indirizzata, la puntuale verifica. Nel post si ribadisce poi la non necessità del potenziamento degli organici delle scuole dell’infanzia, che noi non condividiamo anche perché non in linea con quanto indicato nelle linee guida del Ministero dell’Istruzione al fine di garantire la stabilità dei gruppi e soprattutto per limitare la possibilità di contagio da Covid-19″.

“Pertanto, – concludono Cosentino e Marocco –  abbiamo inviato questo sollecito anche all’Ispettorato della Funzione Pubblica ed anche alla Regione Lazio all’Assessore alla Scuola ed alla Direzione Regionale competente, affinché possano intervenire, in base alle loro competenze in materia. Restiamo in attesa di una convocazione nel caso contrario proclameremo lo sciopero del personale insegnante delle scuole dell’infanzia e valuteremo, con i nostri uffici legali, l’invio di un eventuale esposto anche alle autorità giudiziarie competenti”.
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