IL CAMPIONE |
Sport
/

50 anni della World Karate Federation: Luigi Busà, bicampione mondiale e capitano della Nazionale

25 novembre 2020 | 10:00
Share0
50 anni della World Karate Federation: Luigi Busà, bicampione mondiale e capitano della Nazionale

Uno dei grandi Busà, nella storia del karate mondiale. Il Faro online prosegue a raccontare i campioni nel Cinquantenario della Wkf

Roma – Era appena scoppiata la pandemia in Italia, ma qualcuno realizzava il sogno più bello, su un tatami. E anche per il suo Paese. Lo scorso 28 febbraio, Luigi Busà strappava il pass per le Olimpiadi di Tokyo (leggi qui). In calendario allora, ancora per il luglio del 2020. Poi ecco lo slittamento al 2021 e la decisione del Comitato Olimpico Internazionale di mantenere inalterate le qualifiche già avvenute.

In seguito la World Karate Federation ha appoggiato quanto deciso dal Cio (leggi qui) e ha congelato le qualifiche già raggiunte, lasciando spazio e speranza a chi ancora non ha strappato il pass. E fino ad oggi, le regole sono rimaste queste.

Ma lui è sempre lì, pronto a scrivere la storia alle sue prime Olimpiadi. Prime, in tutto. Anche per il karate. Nel 2016 l’arte marziale più praticata al mondo veniva incoronata “disciplina olimpica” ed entrava di diritto ai Giochi. Come “sport sperimentale”. Non ci sarà a Parigi 2024, ma sia i karateka che gli appassionati sperano che il Cio e i comitato organizzatori, soprattutto quello di Los Angeles, possano proporre il karate. Intanto, si prepara quest’ultimo a scendere sui tatami del Budokan di Tokyo. Come Luigi. Nel Cinquantenario della fondazione della World Karate Federation, non poteva mancare di essere celebrato lui. Il campione del kumite veloce, attento e pungente. Busà è il capitano della Nazionale Italiana e dallo scorso settembre, sposo e marito di Laura Pasqua, altra colonna portante degli azzurri (leggi qui). Entrambi guerrieri del kumite. E’ uno degli atleti che nella storia mondiale del karate ha vinto di più.

Due ori mondiali. Il primo vinto a Tampere nel 2006 e l’altro conquistato a Parigi nel 2012, in una delle edizioni della rassegna iridata più belle e contro il suo amico e rivale di tappeto Rafael Aghayev. Si stimano, si ammirano. Si stringono le mani e si scambiano tecniche leggendarie in gara. Nei 75 chilogrammi Luigi è un grande del karate. E tutto è partito da lì.

Lo raccontò a Il Faro online nell’inverno del 2018 (leggi qui). Bambino e voglioso di sfondare nel karate. Il padre già maestro e allenatore che lo stuzzica: “Vuoi diventare un campione, allora fai quello che ti dico”. Non è indietreggiato di un millimetro Luigi. E’ salito sul tatami immediatamente, già con la mente. Era già là a combattere nel kumite e a prendersi le numerose, numerosissime medaglie vinte. 19 medaglie tra Mondiali ed Europei. 5 titoli continentali, di cui l’ultimo messo al collo nel 2019 a Guadalajara, insieme alle 18 medaglie vinte in Premier League. E’ stato uno degli azzurri a portare la medaglia a casa ai primi Giochi Europei di Baku, per lui, insieme al compagno di Nazionale Mattia Busato nel kata individuale, quell’alloro d’argento potrebbe essere stato un segno del destino per Tokyo. Ma in Giappone Luigi vorrà scalare di un gradino, è quello il suo sogno più grande. Come non potrebbe farlo?

Luigi è un simbolo del karate italiano e atleta del Centro Sportivo dei Carabinieri. Uno dei pilastri su cui la Nazionale delle nuove generazioni, si è rifondata e lui ne è la guida. Ha fatto parte dell’Italia dei grandissimi. Savio Loria, ora suo allenatore, Stefano Maniscalco, con cui condivide in palmares i due titoli vinti, Lucio Maurino, Luca Valdesi pluricampioni iridati del kata e Nello Maestri, campione europeo di kumite nel 2015 e plurimedagliato. Insegnamenti, ricordi, immagini. Luigi si è portato tutto  dentro e ancora prosegue il suo cammino verso la luce olimpica. E sarà una vera luce, per tutto il mondo. Se il coronavirus sarà sconfitto come un terribile avversario e la Fiaccola arderà di fronte all’azzurro dell’Italia Team. Anche davanti agli occhi di Luigi, che sogna, si allena e guarda avanti. Oltre questo tunnel mondiale. Perché di mondiale ci sono solo le sue medaglie e neanche il Covid lo ferma. Sul red carpet ideale della Wkf anche lui allora. Il capitano, il “Gorilla” così come viene appellato dai tifosi e dagli amici e il campione dei campioni.

(Il Faro online)(foto@Fijlkam)