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Il Tar “sfratta” Manzù: “Il testamento è sbagliato”. La salma andrà ad Aprilia

27 novembre 2020 | 17:03
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Il Tar “sfratta” Manzù: “Il testamento è sbagliato”. La salma andrà ad Aprilia

La decisione finale è stata presa dal Commissario ad acta nominato dal Tar a giugno

Ardea – La salma del maestro Giacomo Manzù sarà portata via dal giardino del Museo e trasferita nella sua casa ad Aprilia. La decisione finale è stata presa dal Commissario ad acta nominato dal Tar a giugno, nonostante l’appello del Sindaco al Ministero dei Beni Culturali di far restare la salma dell’artista ad Ardea per tutelare l’interesse pubblico e la memoria storica di Manzù.

Il Provvedimento

Secondo il Commissario Giancarlo Dionisi “qualora il diritto di disporre della propria salma non sia esercitato dal titolare, in prima persona, la legittimazione a scegliere il luogo e le modalità di sepoltura transita nell’ambito dell’autonomia di alcuni soggetti legati al defunto da vincoli di coniugio e parentela o, come extrema ratio ai suoi successori”, si legge nel provvedimento di ieri 26 novembre 2020.

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I figli dei Manzù possono dunque decidere il luogo e le modalità di sepoltura, infatti “la stessa giurisprudenza riconosce ai titolari di tale diritto, successivamente alla morte del proprio caro, anche la facoltà dello spostamento della salma in altra sepoltura“.

A nulla è servito l’intervento del Sindaco di Ardea, Mario Savarese nel quale chiedeva di non spostare l’Artista, dato che le sue motivazioni “sia pure importanti perché tutelano interessi pubblici, esulano da qualsivoglia ragionamento di diritto“.

Pertanto, il Commissario ad acta ha deciso che “il Sindaco del Comune, nel cui territorio si trovano i resti mortali dei quali si chiede l’estumulazione (o l’esumazione) e la successiva traslazione, è tenuto ad autorizzare tale richiesta“.

Il testamento “errato” di Manzù

La questione è stata complicata dal testamento di Giacomo Manzù che, a detta del Commissario ad acta, presenta un “errore”.

Manzù nel 1988 avrebbe presentato un testamento pubblico insieme a due testimoni “con il quale ha chiesto ‘alla mia morte di essere esposto nel terreno circostante la casa ove attualmente abito in Ardea, Colle Manzù 1‘. La volontà testamentaria del Maestro Manzù, in merito al trattamento del suo corpo defunto, appare molto chiara: ‘riposare’ nella casa dove ha vissuto dal 1964 fino alla sua morte nel 1991″.

Secondo quanto si legge nel Provvedimento “il riferimento ad Ardea è chiaramente frutto di una errata convinzione del Maestro in merito alla collocazione geografica e alla pertinenza comunale della sua abitazione”.

“In effetti, detta abitazione, sita in Via Apriliana n. 1, rientra amministrativamente nel territorio comunale di Aprilia anche se, attesa la sua collocazione geografica molto prossima ad Ardea, può ingenerare il dubbio di far parte del territorio ardeatino” spiega il Commissario Dionisi nel documento. “Questo non può che essere il motivo per cui il Maestro, ritenendo, erratamente, di abitare nel territorio ardeatino, ha scritto di voler essere seppellito nella sua abitazione in Ardea invece che in Aprilia”.

Oltre alla volontà di Manzù, è stata presa in considerazione anche quella della Sig.ra Ingeborg Katharina Schabel, vedova dell’artista, deceduta il 6 maggio 2018, che chiedeva attraverso un testamento olografo che “la salma di mio marito Giacomo deve essere trasferito alla Fondazione Giacomo Manzù sul Colle Manzù” e che “per me sarebbe un grande onore …di essere sepolto insieme al mio adorato Giacomo per tutta l’eternità”.

Nonostante la volontà testamentaria espressa da Manzù possa essere “non completamente determinata e perfezionata”, nel Provvedimento viene ribadito che “il richiamato diritto è stato, a maggior ragione, legittimamente esercitato dai Sigg. Giulia e Mileto Manzoni, che hanno fatto propria anche l’analoga richiesta esplicitata dalla madre, la Sig.ra Inge Schabel, vedova del Maestro Manzù”.

Gli interessi della comunità ardeatina

Il provvedimento di autorizzazione alla estumulazione e alla traslazione verso altro comune si profila come un atto dovuto da parte del Comune di Ardea“. È quanto deciso dal Provvedimento del Commissario ad acta, che sottolinea l’atteggiamento collaborativo del Sindaco: “Le interlocuzioni intrattenute con il Sindaco di Ardea sono state molto utili per comprendere l’atteggiamento tenuto dall’Ente comunale, teso a tutelare, con una trasparente onestà intellettuale, gli interessi della comunità ardeatina così affettivamente legata, come detto dallo stesso primo cittadino, al grande Maestro”

“Attraverso il richiamato confronto tenuto con le parti – scrive ancora il Commissario -, che hanno sempre avuto un atteggiamento molto collaborativo, lo scrivente Commissario ad acta ritiene che anche l’interesse della comunità di Ardea possa e debba essere opportunamente tutelato”.

“Si tratta di un interesse pubblico di enorme significatività per gli abitanti di Ardea, da tutelare perché espressione di una appartenenza ad un territorio che costituisce, anche sotto un profilo storico-culturale, un polo attrattivo di particolare importanza nel Lazio e non solo”.
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