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Impianti montani vs Governo, Roda: “La chiusura non aiuta, come parlare di Olimpiadi, senza turismo?”

27 novembre 2020 | 10:00
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Impianti montani vs Governo, Roda: “La chiusura non aiuta, come parlare di Olimpiadi, senza turismo?”

Se lo chiede con particolare preoccupazione il Presidente della Federazione Italiana Sport Invernali

Milano – Interviene in difesa della montagna il presidente della  Federazione Italiana Sport Invernali, coinvolta negli eventi sportivi prossimi in Italia. I Mondiali di sci alpino a Cortina la prima competizione internazionale in Italia, post lockdown. Giorni di  discussioni accese tra i gestori e i fruitori degli impianti sciistici e il Governo, pronto a fermare le attività montane e il turismo natalizio per contrastare i contagi da Covid-19.

Non solo la competizione iridata di marzo, ma anche le Olimpiadi Invernali nel 2026 saranno un grande palcoscenico per i luoghi montani italiani, che non possono essere mostrati oggi, nel tempo dell’organizzazione dell’evento, vuoti e spenti. Arrivarci ai Giochi, con adeguate ricchezza per impianti e albergatori sembra essere fondamentale.

Flavio Roda esprime il suo pensiero su La Gazzetta dello Sport: “Una montagna deserta non sarà certo il miglior biglietto da visita per una nazione che si è impegnata nell’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2026. La Fisi continuerà a lavorare, con i propri atleti e i propri tecnici per portare lustro all’Italia dello sport, sempre nel rispetto massimo delle regole. Ma di una cosa siamo certi: la montagna va riaperta a tutti: agli agonisti e ai turisti. Certo, nel rispetto delle regole, che già esistono e vanno solo approvate”.

Negli scorsi  giorni erano scesi in campo anche Alberto Tomba e Federica Brignone (leggi qui). Due campioni di grande spessore per lo sci alpino nazionale. Avevano lanciato un accorato appello al Governo. Non chiudere gli impianti. Sicuri e adatti al benessere della persona. Roda prosegue a dichiarare: “Se il Governo proseguirà sulla linea dell’intransigenza e continuerà a pensare alla montagna solo come luogo per ammucchiate ai rifugi o ai tornelli d’ingresso delle cabinovie si assumerà una grossa responsabilità: quella di aver spento la luce sullo spettacolo più bello che le nostre Alpi e il nostro Appennino offrono al mondo. E dopo un danno del genere, con quale coraggio si potrà continuare a parlare delle meraviglie dell’Olimpiade 2026?”. Conclude il Presidente della Federazione Italiana Sport Invernali.

(Il Faro online)