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Abusi nella villa di Sabaudia, il Tar respinge le richieste di Malagò: niente condoni

30 novembre 2020 | 10:30
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Abusi nella villa di Sabaudia, il Tar respinge le richieste di Malagò: niente condoni

Sono otto i ricorsi che il presidente del Coni si è visto rigettare dal tribunale amministrativo di Latina.

Sabaudia – Sono otto i ricorsi che Giovanni Malagò, imprenditore, dirigente sportivo, ex giocatore di calcio, presidente del Coni e membro del Comitato olimpico, si è visto rigettare dal tribunale amministrativo di Latina.

Otto procedimenti differenti, per ciascuno dei quali il dirigente sportivo ha chiesto l’annullamento del pronunciamento di diniego di sanatoria edilizia da parte del Comune di Sabaudia in relazione alla sua villa sul lungomare della cittadina pontina e per ciascuno dei quali ha ottenuto una sentenza di rigetto.

Le richieste di sanatoria erano relative all’ampliamento della dependance per 15 metri quadrati, alla realizzazione di un vialetto piattaforma in legno e barbecue, alla realizzazione di una dependance di 21 metri quadrati, alla realizzazione di una piccola tettoia adibita a stenditoio, all’edificazione di una tettoia per il riparo delle macchine, alla realizzazione di una dependance di 29, 30 metri quadrati, all’ampliamento della cucina per 6,30 metri quadrati, all’ edificazione di una superficie adibita a stireria e dispensa con un piccolo bagno di 18 metri quadrati complessivi e alla realizzazione di una dependance di 30 metri quadrati su terreno di proprietà.

Tutte opere nei confronti delle quali l’amministrazione comunale si è pronunciata rigettando l’istanza in sanatoria in quanto realizzate in aree sottoposte a tutela paesaggistica ambientale.

Manufatti, ha spiegato ulteriormente il Comune negli atti presentati al giudice collegiale amministrativo del capoluogo pontino, ubicati sulla fascia dunale compresa tra il mare e il Lago di Sabaudia, soggetta a vincoli di inedificabilità particolarmente stringenti. Senza contare, inoltre, che i manufatti risulterebbero in contrasto con la disciplina prevista nel Piano regolatore generale che classifica l’area come “Verde Privato Vincolato”, ma anche in contrasto con i vincoli paesaggistici di inedificabilità assoluta.

Anche in relazione all’eccezione opposta dal Malagò relativa allo strumento urbanistico del Comune resistente il quale dispone che sul lotto di terreno in questione, di 3.480 metri quadrati, sarebbe consentito, sulla restante parte di 1.000 metri quadrati, un indice di utilizzazione fondiaria dello 0,01 metri cubi per metri quadrati, il Tar ha ritenuto quel limite “abbondantemente superato, tenuto conto della superficie complessiva occupata dai manufatti abusivi oggetto delle plurime domande di condono presentate dal ricorrente”.

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