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Mafia, il tribunale tedesco: Falcone è dimenticato, il suo nome non merita di essere tutelato

4 dicembre 2020 | 19:47
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Mafia, il tribunale tedesco: Falcone è dimenticato, il suo nome non merita di essere tutelato

La sorella del giudice antimafia perde il ricorso contro la pizzeria che proprio al magistrato aveva intitolato il locale. Per il giudice “in Germania Falcone è conosciuto solo da poche persone”

Roma – Per la sua pizzeria a Francoforte sul Meno, in Germania, ha scelto il nome “Falcone e Borsellino”. E ai due magistrati uccisi dalla mafia nel 1992 da Cosa nostra ha anche intitolato alcuni piatti del menu. Sui muri del locale ha appeso la celebre foto di Tony Gentile che ritrae insieme i giudici e accanto ha messo l’immagine di don Vito Corleone interpretato da Marlon Brando nel celebre film Il Padrino. Tutti intorno buchi a simboleggiare fori di proiettile.

Bene e male messi  insieme tra piatti di pasta, pizze e birra. Una violazione della memoria dei due magistrati antimafia denunciata dalla sorella del giudice Giovanni  Falcone, la professoressa Maria Falcone, che ha richiesto al Tribunale tedesco di inibire al proprietario del locale, Constantin Ulbrich, di utilizzare il nome Falcone nell’intestazione della pizzeria. Ieri il deposito del verdetto: ricorso respinto perché, scrive il tribunale, “sono passati quasi 30 anni dalla morte di Falcone e il tema della lotta alla mafia non è più così sentito tra i cittadini”.

“Inoltre – prosegue la sentenza – il giudice ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria”. A nulla sono valsi i documenti prodotti dalla Fondazione Falcone e dalla sorella del magistrato assassinato a riprova della fama internazionale e in particolare della notorietà in Germania del magistrato palermitano.

“Una sentenza che ci addolora”

“È una sentenza che ci addolora molto. Proprio nel momento in cui il valore del lavoro e dell’eredità umana e professionale di Giovanni Falcone viene riconosciuto a livello mondiale, un magistrato di un paese che soffre sulla sua carne il pesante ingombro della presenza delle mafie scrive un verdetto simile”.

È l’amaro commento di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, in merito alla sentenza del Tribunale tedesco che ha respinto il ricorso da lei presentato contro il titolare di una pizzeria di Francoforte, in Germania, che ha utilizzato il nome “Falcone e Borsellino” nell’intestazione del locale. Una violazione della memoria dei due magistrati antimafia, secondo Maria Falcone, che spiega: “Meno di due mesi fa, e cito solo l’ultimo di una lunga serie di episodi in tal senso, al termine della Conferenza delle Parti sulla Convenzione Onu contro la criminalità transnazionale riunita a Vienna, è stata approvata all’unanimità da 190 Paesi una risoluzione che riconosce il contributo dato da Falcone alla lotta al crimine organizzato internazionale. Numerosi, inoltre, sono stati i riconoscimenti che alla figura di mio fratello sono stati tributati da istituzioni ed enti di un Paese come la Germania che, nel tempo, ha mostrato grande sensibilità ai temi della mafia e della legalità”.

“Faremo ricorso in appello – conclude Maria Falcone – contro un provvedimento che riteniamo ingiusto anche alla luce del valore che assume in una città con una fortissima presenza di italiani che ben conoscono il significato della lotta alla mafia e il sacrificio di chi per la giustizia ha perso la vita”.

Bonafede: “Un’amarezza la sentenza tedesca”

“Voglio esprimere tutta la mia amarezza nei confronti di una decisione con cui un tribunale tedesco ha respinto la richiesta, avanzata dalla prof.ssa Maria Falcone, di impedire l’utilizzo del nome ‘Falcone&Borsellino’ a una pizzeria di Francoforte. Andando oltre il solito triste, avvilente, e ignorante mix di spaghetti, scene de ‘il Padrino’ e fori di proiettili finti nelle pareti, il locale in questione ha deciso di inserire all’interno di questo ingiustificabile caos culturale anche l’immagine e il nome dei giudici Falcone e Borsellino”.

Lo scrive in un post il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Non si tratta soltanto di palese e inequivocabile pessimo gusto ma di una grave e inaccettabile offesa alla memoria di due magistrati che hanno perso la vita per servire il nostro paese nella lotta a Cosa nostra. Ho già dato incarico ai competenti uffici del Ministero di verificare le condizioni per promuovere le più idonee ed efficaci azioni giudiziarie, in Germania e in Italia, a tutela del prestigio dei giudici Falcone e Borsellino e, dunque, delle istituzioni italiane. A quanto si apprende, tra l’altro, le motivazioni della sentenza sono sconcertanti: il ricorso sarebbe stato respinto perché sarebbero passati 30 anni dalla morte di
Falcone e il tema della lotta alla mafia non sarebbe più così sentito tra i cittadini. Inoltre, il giudice sarebbe conosciuto in Germania solo da pochi addetti ai lavori. Scriverò alla Ministra della Giustizia tedesca, Christine Lambrecht. È ovvio che, analogamente a quanto avviene in Italia, nemmeno lei può entrare nel merito delle decisioni dei giudici. Ma è giusto che io rappresenti alla ministra l’effetto culturalmente devastante di una sentenza di questo tipo”, aggiunge Bonafede.

“Chi ha scritto quella sentenza ignora che Giovanni Falcone è stato un pioniere della cooperazione internazionale (sue peraltro le prime indagini sugli investimenti di Cosa nostra all’estero); le cui intuizioni sono alla base della Convenzione di Palermo, cui oggi aderiscono ben 190 paesi in tutto il mondo. Tutelare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vuol dire salvaguardare il valore, ormai planetario, della lotta alla mafia. Massimo sostegno, intanto, alla battaglia portata avanti dalla prof.ssa Maria Falcone, che ha annunciato di volere ricorrere in appello per una vicenda che ci riguarda tutti da vicino. A lei va il mio pensiero riconoscente”, ha concluso il ministro.

Di Maio: “Il popolo tedesco la pensa come noi”

«Nel 1994 l’allora direttore del Fbi, Louis Freeh, fece installare nel compound dell’Accademia di Quantico, dove ogni anno si formano i futuri agenti federali, un busto in bronzo in memoria di Giovanni Falcone. Giovanni  Falcone e Paolo Borsellino sono due modelli non soltanto in Italia, ma nel mondo”. Lo ha scritto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sulla sua pagina Facebook in risposta a una discussa decisione di un giudice tedesco secondo cui
Falcone “è stato dimenticato”.

“Hanno cambiato il volto delle indagini, hanno combattuto la mafia sacrificando la propria vita e sono stati anche due precursori nel riconoscere l’importanza della cooperazione giudiziaria internazionale”, ha aggiunto. “Ma oggi un tribunale tedesco ha affermato che non meritano tutela, lasciando libero un ristorante di Francoforte sul Meno di usare il loro nome e la loro immagine affiancata a quella di fori di proiettile, pizze, birre e scatti cinematografici di Vito Corleone”, ha scritto il capo della diplomazia italiana.

“Come se la mafia fosse tutto un gioco, un passatempo. Come se fosse un lontanissimo ricordo, su cui farci una risata. Non è così. ‘La mafia è una montagna di merda’, come diceva Peppino Impastato. Siamo sicuri che il popolo tedesco la pensi come noi”, ha concluso Di Maio.