Sanità pontina al collasso: il corto circuito del “Dono Svizzero”

10 dicembre 2020 | 17:40
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Sanità pontina al collasso: il corto circuito del “Dono Svizzero”

Al “Dono Svizzero” i percorsi sono promiscui: non c’è separazione per i pazienti Covid e non

Formia – La sanità del sud pontino è al collasso. A dimostrarlo, nelle ultime ore, c’è stata anche una lettera del Primo cittadino uscente di Formia, Paola Villa, che denuncia la situazione che si sta vivendo e respirando quotidianamente all’interno del “Dono Svizzero”.

Nell’ospedale più importante di questo quadrante provinciale, infatti, il punto non è tanto che il reparto di ortopedia è stato chiuso per sanificazione (come annunciato dalla stessa Sindaca), ma quello di cui si parla troppo poco: medici e personale sanitario che, nonostante positivi al Covid (ma asintomatici) sono costretti a continuare a lavorare perché non c’è chi può sostituirli.

E ancora: nonostante sia stato nominato “ospedale Covid” (per sua stessa ammissione, senza consultare il Sindaco), al “Dono Svizzero” i percorsi sono promiscui: non c’è separazione per i pazienti Covid e non. Una situazione che crea un corto circuito proprio quando la sanità sembra a un passo dal baratro, nonostante l’impegno incessante di chi, in quei corridoi, mai come ora, ci lavora come se fossero una trincea.

Viene da chiedersi: che succede se un paziente positivo contagia uno non positivo proprio mentre si trova in ospedale? Succede che mesi di prevenzione vanno in fumo. Succede che si rischia di mettere a dura prova l’intero sistema sanitario locale, considerato che, al Goretti di Latina, hanno dovuto attrezzare persino la cappella, per mancanza di posti letto.

Che succede se non ci prendiamo cura dei nostri medici, degli operatori e di quanti vi lavorano? Come faremo quando avremo davvero bisogno di loro?

La Asl sta considerando che questa provincia non può permettersi un secondo mini- lockdown, come già successo a ottobre? E se sì, quali misure sta mettendo in atto per proteggere la trincea più a sud del Lazio? E quanto manca prima che queste misure diventino realtà? E ancora: sta considerando che se “cade” il “Dono Svizzero” rischia di crollare l’intero comprensorio, considerando che Gaeta e Minturno non hanno un proprio ospedale e gli ospedali di Fondi e Terracina sono sempre più impoveriti delle loro funzioni?

Per ora, come già sottolineato dal Sindaco di Formia, la Asl sembra non rispondere a questi appelli, “si continua – ha evidenziato la Villa – a non avere risposte o meglio le risposte ci sono, ma sono di circostanza e non certo circostanziate.” Intanto, dalla trincea attendono risposte.

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