Il Fatto

Latina, lancia una bottiglia incendiaria in un parco e posta il video su Tik tok: nei guai un 19enne

11 dicembre 2020 | 21:07
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Latina, lancia una bottiglia incendiaria in un parco e posta il video su Tik tok: nei guai un 19enne

Sul profilo social sono stati trovate altre immagini e video “spavaldi” accompagnati da frasi del tipo “sai che cazzo me ne frega della legge” ed insulti alle forze di polizia

Latina – Nelle prime ore del mattino, agenti della Digos della Questura di Latina hanno perquisito l’abitazione di un giovane, classe 2001, incensurato, che è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Latina dopo essere stato identificato quale autore del lancio di una bottiglia incendiaria all’interno del parco “Oasi Verde Susetta Guerrini” nel quartiere Q4.

L’attività investigativa ha preso spunto da una denuncia sporta lo scorso novembre da rappresentanti dell’amministrazione comunale di Latina, a seguito di un gesto vandalico commesso da ignoti giovani all’interno del Parco San Marco che avevano causato il danneggiamento di alcune strutture ivi ubicate.

Le immagini della “bravata” sono finite, subito dopo, sul profilo social “Tik tok” del 19enne, ma non hanno permesso di individuarne, con certezza, gli autori: la visione di quel profilo, però – come si legge in una nota diffusa dalla Questura di Latina -, ha permesso di individuare un filmato in cui proprio il giovane lancia una bottiglia incendiaria, in piena notte, all’interno del parco dedicato alla giornalista Susetta Guerini, fiero del gesto compiuto.

Non solo: sul profilo social sono stati trovate altre immagini e video “spavaldi” accompagnati da frasi del tipo “sai che cazzo me ne frega della legge” ed insulti all’indirizzo delle forze di polizia.

Nel corso della perquisizione, sono stati sequestrati due telefoni cellulari ed un computer in uso al ragazzo, sul contenuto dei quali saranno ora svolti accertamenti investigativi finalizzati ad identificare gli altri autori dei danneggiamenti commessi. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore, dottoressa Monsurrò.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.