Incubo Pontone, Vindicio chiede le centraline di allarme

13 dicembre 2020 | 20:43
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Incubo Pontone, Vindicio chiede le centraline di allarme

Stamattina, si è svolta una riunione del Comitato Pontone, che ha fatto il punto della situazione su danni e possibili soluzioni

Formia – 4 volte in 8 anni. La settimana scorsa, il torrente Pontone ha di nuovo rotto gli argini, con danni incalcolabili per i residenti e gli imprenditori di Vindicio. Tanta la paura, ma anche tanta la voglia di reagire, di non lasciare che il panico prenda il sopravvento e che siano gli eventi esterni a decidere il destino di un quartiere intero.

Con questo spirito, stamattina, si è svolta una riunione del Comitato Pontone. Una riunione sentita da tutti, considerati i danni e disagi determinati dall’esondazione della scorsa settimana. Una riunione in cui è stato fatto il punto della situazione, dove sono stati illustrati i passi avanti fatti in questi anni e descritte le azioni intraprese, nonché decise quelle da intraprendere. Una riunione a cui era presente anche l’ingegnere Orlando Giovannone, assessore all’ambiente del Comune di Formia (che aveva già partecipato agli incontri avvenuti in Regione e presso il Comune di Itri, capofila del progetto di messa in sicurezza del Rio di Itri-torrente Pontone).

Il futuro del Pontone e di Vindicio

Ma qual è il futuro del Pontone? Quali sono le azioni da intraprendere, per impedire ai residenti di dover costantemente con la paura che l’acqua sommerga loro, le loro famiglie, le loro case e tutto ciò che li appartiene? “Sono tre le linee di azione – ha spiegato il presidente del Comitato, l’avvocato Pasquale Di Gabriele, nonché presidente tra l’altro del consiglio comunale di Formia -. In primis, bisogna occuparsi della messa in sicurezza (per un totale di 10milioni di euro, di cui è già andato a bando il progetto esecutivo di 300mila euro), poi della pulizia di tutto l’alveo e, in ultimo, del ristoro dei danni a seguito della invocata dichiarazione di calamità naturale o, in subordine, con ricorso alla competente magistratura.”

Non solo. A intervenire sul tema è stato anche l’imprenditore Flavio Fantasia, che ha denunciato come dall’angolo del ristorante “Paradiso” tutto quel rettangolo di terre, per chi abita a Vindicio, rischia di diventare un vero e proprio incubo.

“Per questi motivi – ha sottolineato Di Gabriele – abbiamo chiesto a gran voce l’installazione di centraline di allarme sonoro e telefonico che possano entrare in funzione quando l’acqua nel torrente supera il livello di guardia, come abbiamo chiesto ai frontisti di eliminare le canne di bambù che occupano l’alveo e che, così facendo, determinano una riduzione della sezione in cui defluiscono le acque.”

Il Pontone sui banchi della Camera dei Deputati

Non solo i Comuni. Bisogna coinvolgere anche gli altri Enti. Per questo, l’onorevole gaetano Raffaele Trano, vicepresidente del Comitato e deputato appartenente al gruppo misto, ha sottolineato l’importanza del Comitato quale stimolo ai risultati finora conseguiti e soprattutto da conseguire, in continuo contatto con Regione e Ministeri.

I primi piani delle case – ha raccontato Trano ai suoi colleghi deputati e al Ministro Costa – sono diventati piscine e l’ondata ha trascinato con sé fino al mare insieme a mobili ed elettrodomestici, il raccolto dei campi ed il bestiame morto, devastando anche gli stabilimenti balneari sulla costa.  Il giorno successivo tutte le famiglie interessate sono state sfollate.

Vi esorto a non ignorare il grido di dolore di questi cittadini e la loro richiesta di vivere una esistenza normale. Non è più possibile addormentarsi con l’incubo di risvegliarsi sott’acqua o di non svegliarsi affatto.

Mi auguro dunque che il Ministro ed il Governo si mobilitino per reperire al più presto le somme necessarie e che si proceda, d’intesa con la Regione Lazio, a nominare un commissario le opere idrauliche, come è stato fatto per il ponte di Genova.  Finora – ha concluso Trano – ci si è affidati alla sorte, continuare a farlo sarebbe da incoscienti.”

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