L'intervento

Scuola 2021, Anief: “Stop al precariato, sì all’indennità di rischio e più sicurezza

15 dicembre 2020 | 11:49
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Scuola 2021, Anief: “Stop al precariato, sì all’indennità di rischio e più sicurezza

Marcello Pacifico: “Nella scuola sono tanti i nodi da sciogliere. Bisogna allora partire da quelli più importanti”

Scuola – “Tutelare prima di tutto i precari della scuola, introducendo corsi abilitanti periodici, senza numero chiuso, e la riapertura annuale delle Graduatorie ad esaurimento. Ma anche, in subordine, trasformare il concorso straordinario da selettivo in non selettivo e permettere nei prossimi anni a tutti i supplenti di partecipare al concorso straordinario, prevedendone uno anche per la scuola dell’infanzia e primaria, per gli insegnanti di religione cattolica e per gli educatori”. Sono i temi affrontati da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Il Presidente del sindacato autonomo ha anche spiegato perché nel 2021 sarà importante assegnare ai dipendenti della scuola un’indennità per il rischio biologico da 300 euro al mese, ha parlato delle cautele da adottare per il ritorno in classe del prossimo 7 gennaio; inoltre si devono allargare gli organici e cancellare le classi pollaio.

“Nella scuola sono tanti i nodi da sciogliere. Bisogna allora partire da quelli più importanti, puntualmente indicati dall’Anief con una lunga lista di emendamenti alla Legge di Bilancio 2021 – ha dichiarato Marcello Pacifico ricordandone  i motivi -. Come la necessità di applicare il rischio biologico anche a docenti e personale Ata: siamo partiti dal presupposto che la Comunità Europea ha integrato di recente una direttiva del 2000, riconoscendo la Sars 2 come malattia che mette a rischio i lavoratori. Il problema è che non è stato aggiornato l’elenco delle professioni che sono legate a questo rischio.

In questo momento di Covid, noi abbiamo l’85% della Pubblica Amministrazione che può lavorare in smart working, come da disposizioni del Governo. La sanità e la scuola non hanno questa possibilità. Queste categorie sono a rischio. Insegnanti e Personale Ata devono lavorare in presenza anche quando il rischio c’è. Noi riteniamo che questo rischio biologico debba essere riconosciuto anche a loro, come al personale sanitario, anche se solo in via temporanea”.

Sull’entità dell’aumento Anief ha calcolato una media di 10 euro al giorno, che in un mese fanno appunto 300 euro:”Siamo coscienti – prosegue il Presidente – che tutti i lavoratori che sono sottoposti a un rischio superiore rispetto ad altri, devono avere delle indennità che altri lavoratori non hanno”.

Sul ritorno a scuola del 75% degli studenti della secondaria di secondo grado, previsto dall’ultimo Dpcm per il prossimo 7 gennaio, il sindacalista non si è detto del tutto convinto: “Sarei più cauto – sottolinea Pacifico –  e aspetterei la settimana successiva. Sarebbe il caso di verificare prima l’andamento della curva di contagio. Siamo un popolo che per tradizione si riunisce in grossi clan familiari. L’estate insegna. Riaprire subito, senza 2 settimane di monitoraggio della curva dei contagi, a noi sembra precoce. Dovremmo parlarne non prima del 21 gennaio”.

In attesa dello stanziamento degli oltre 19 miliardi del Ricovery fund a Istruzione e Ricerca, su 209 complessivi, l’Anief ha tracciato la strada da seguire sul come andranno investiti: “Il Governo dovrà fare ora per evitare che ricapiti di nuovo tutto quello che è successo – afferma il Presidente -. La prima cosa è sicuramente rivedere i parametri per l’assegnazione degli organici. La famosa battaglia contro le classi pollaio, non è una battaglia ideologica. Bisogna concretamente predisporre una revisione della Legge 33 del 2008 e ridare alle scuole autonome gli edifici (sono più di 15mila i plessi che in 12 anni abbiamo soppresso). Oggi questi plessi ci servono”.

“Inoltre, conclude Pacifico –  prima dei banchi monoposto acquistati in 2,4 milioni di pezzi, che erano una soluzione finale di un percorso da seguire, occorrevano le strutture e le classi. Una volta che si avevano i plessi e le classi ridimensionate, si potevano acquistare i banchi. Invece abbiamo dato i banchi, ma recuperato solo 3mila plessi. Alcune idee erano giuste, ma andava seguito un percorso. La strada ora dev’essere quella di consultare i sindacati, per poter portare avanti dei processi, delle idee, che non ci riportino a sprecare soldi o a non risolvere i problemi”.
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