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Prima la mena poi la perseguita: divieto di avvicinamento alla ex per un 30enne di Civitavecchia

La Polizia ha dato esecuzione alla misura cautelare, emessa dall'autorità giudiziaria

Civitavecchia – Nella giornata di ieri gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Civitavecchia, diretto da Paolo Guiso, hanno dato esecuzione alla misura cautelare, emessa dall’autorità giudiziaria, del divieto di avvicinamento all’ex compagna nei confronti di un 30enne civitavecchiese.

Il “Codice Rosso” è stato applicato nei confronti dell’uomo il quale, con ripetute condotte persecutorie, ha maltrattato per mesi la donna sottoponendola ad una vita di sofferenze psicologiche e fisiche: le impediva perfino di vedere e parlare con altre persone, di uscire di casa da sola e la percuoteva con schiaffi e pugni alla presenza dei due figli minori, sia all’interno delle mura domestiche che in strada.

A seguito della decisione della sua compagna di interrompere la relazione sentimentale, resa per lei invivibile per i continui maltrattamenti subiti, l’uomo, già allontanato dalla casa coniugale, ha iniziato a molestarla anche con ripetute ed insistenti telefonate, ad aggirarsi con fare minaccioso nei pressi della sua abitazione al fine di farle cambiare idea e convincerla a tornare a vivere con lui.

Tali condotte hanno generato nella donna un grave stato di ansia e paura per l’incolumità propria e dei suoi figli motivo per cui ha deciso di presentare denuncia presso il Commissariato di Civitavecchia: le immediate e sollecite indagini dei poliziotti hanno permesso all’autorità giudiziaria di emettere la misura cautelare prevista dal cosiddetto Codice Rosso.

Nella stessa giornata, gli investigatori del Commissariato hanno dato esecuzione ad un’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di un 23enne di Civitavecchia, già noto alle Forze di Polizia, resosi responsabile di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti il quale, durante un controllo in strada nei giorni scorsi, era stato trovato in possesso di 4 spinelli. Nella successiva perquisizione domiciliare erano stati poi sequestrati ulteriori 5 grammi di hashish, un piccolo quantitativo di marijuana e 26 spinelli già confezionati.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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