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Nuova vita per il carcere di Santo Stefano, i lavori finiranno entro il 2025

19 dicembre 2020 | 13:04
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Nuova vita per il carcere di Santo Stefano, i lavori finiranno entro il 2025

In un’ottica di sviluppo sostenibile e integrato il progetto non riguarderà soltanto il carcere e l’isolotto di Santo Stefano, ma anche l’isola madre, ovvero Ventotene

Ventotene – “Un luogo simbolico di memoria e visione dei valori e del futuro dell’Europa e del Mediterraneo che dalla storia del carcere trarrà ispirazione per una “Scuola di alti pensieri” dove saranno ospitate esperienze di cittadinanza, di formazione e di creatività artistica” è così che il commissario straordinario del Governo, Silvia Costa, ha definito il progetto di recupero che riguarderà, in quello spazio sospeso tra cielo e terra, l’ex carcere borbonico di Santo Stefano.

Un ambizioso progetto che ha un duplice obiettivo: in primis, rivolgersi alle nuove generazioni, attraverso un campus europeo, che offra un’esperienza di cittadinanza e di ricerca, ricordando il passato, insegnando loro il peso specifico della memoria, insegnando loro cosa ha significato quel luogo, poi diventato culla dell’Europa che oggi conosciamo. Ma anche quello di trasformare il carcere in un polo di attrazione turistica e culturale (con eventi e spettacoli) ma anche in una residenza spirituale.

Un ambizioso progetto che servirà anche a celebrare gli 80 anni, nel 2021, del Manifesto di Spinelli, Rossi e Colorni, scritto nel confino dell’isola di Ventotene. Una data che ancor più cementerà questa storia a quella forse meno nota ma significativa dell’ex carcere di Santo Stefano, dove per 200 anni sono stati imprigionati anche oppositori politici come Settembrini e Spaventa fino agli antifascisti e padri costituenti Pertini e Terracini.

Tempi e costi del progetto

La Presidenza del Consiglio ha voluto che il progetto di recupero diventasse il simbolo anche di quelle che sono le priorità politiche presenti nell’agenda del Governo. Per questo, tra gli obiettivi principali è stata posta la tutela dell’ambiente e della biodiversità, la promozione di forme di sviluppo economico sostenibile, la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico e la formazione e alla ricerca.

Ma se il progetto è ambizioso e vuole essere anche il fiore all’occhiello di questo Governo, è lecito chiedersi: quanto verrà a costare? Ebbene, il progetto conta su un finanziamento per complessivi 70 milioni di euro, destinato dal CIPE agli interventi necessari per preservare la struttura e consentirne la valorizzazione.

Per quanto riguarda i tempi, invece, durante la conferenza, la Costa ha spiegato che i lavori potrebbero terminare non prima del 2025.

Le difficoltà del progetto

Un progetto ambizioso e appassionante, che, però, non è scevro di difficoltà. Santo Stefano, che fa parte con la vicina isola di Ventotene della Riserva Naturale Statale e dell’Area Marina Protetta, infatti, è un’isola non abitata, senza approdi, acqua e luce (vi sono solo cisterne per l’acqua piovana), con numerosi vincoli paesaggistici, ambientali e idrogeologici, dove sorge il Complesso carcerario borbonico dalla straordinaria forma del Panopticon, chiuso dal 1965 e in avanzato stato di degrado. “Per questo – ha sottolineato la Costa -, sono state chiamate le maggiori aziende italiane più avanzate per farne un vero e proprio modello di sviluppo sostenibile.”

Non solo. In un’ottica di sviluppo sostenibile e integrato il progetto non riguarderà soltanto il carcere e l’isolotto di Santo Stefano, ma anche l’isola madre, ovvero Ventotene. “Ventotene – ha sottolineato la Costa – passa dai 300 abitanti invernali, ai 5mila d’estate, con carenze infrastrutturali e difficoltà economiche. Per questo, abbiamo deciso di adottare un modello di intervento che permetterà di mettere al centro la comunità isolana, anche grazie al supporto delle associazioni locali e della Regione, che interverrà con risorse aggiuntive.” Poi la Costa ha anticipato che, sempre in quest’ottica, si sta per firmare un Protocollo per sostenere l’imprenditorialità dei giovani.

Il cronoprogramma

Consapevole delle difficoltà, appena nominata, a febbraio, la Costa si era adoperata per riattivare il progetto, lanciato tre anni fa, sia salvaguardando le risorse stanziate (70 milioni di euro) sia approvando il Piano Operativo e il Cronoprogramma insieme alle Istituzioni del Tavolo che presiedo e a Invitalia, quale soggetto attuatore.

Per quanto riguarda il cronoprogramma dei lavori, è bene sottolineare che, già dallo scorso mese di novembre sono stati avviati i primi lavori “in somma urgenza” su alcune parti della struttura ritenute a rischio crollo e sullo sbarco della Marinella, per garantire la sicurezza delle maestranze impegnate nei lavori. Ed è stato approvato il progetto degli interventi di messa in sicurezza dell’intero complesso carcerario e dell’approdo.

A gennaio, invece, partirà una gara di appalto di quasi 10milioni di euro per la realizzazione della messa in sicurezza di tutti gli edifici e di restauro conservativo del nucleo storico, che inizieranno nella primavera 2021. E, sulla base del documento presentato ieri, sarà approvato lo Studio di Fattibilità affidato a Invitalia e subito dopo partirà il Concorso internazionale di progettazione dell’intero complesso.  Inoltre, c’è la speranza che il Ministero dell’Ambiente approvi il progetto del nuovo approdo entro l’estate prossima, così da consentire di indire la gara per la sua realizzazione.

Per il 2022, invece, si prevede che, durante i lavori, potranno partire le prime visite guidate e i primi cantieri scuola. Previsti, inoltre, i lavori di riqualificazione dei giardini e del paesaggio e gli interventi artistici. Infine, secondo il cronoprogramma presentato ieri, per il 2023 sono previsti la costruzione di residenze formative, artistiche e giovanili. E ancora: sono previsti i lavori per l’allestimento museale e servizi, di eventi, spettacoli e percorsi ambientali.

Nel complesso, il progetto di recupero permetterà il recupero in primis e il restauro poi di tutti gli edifici dell’ex carcere (compresi chiesa e cimitero), come anche è prevista anche la riqualificazione ambientale degli spazi esterni e in particolare della Piazza della Redenzione, nonché la realizzazione di un Giardino Mediterraneo emblematico, il restauro del giardino della Casa del Direttore e del Cimitero, il restauro del paesaggio dell’area dell’ex campo di calcio, la riqualificazione dei percorsi di arrivo al complesso monumentale.

Infine, previsto anche il recupero funzionale dei terrazzamenti, con un progetto pilota per la gestione sostenibile dell’ambiente terrestre e della agricoltura innovativa.

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