Il Fatto

Ammucchiati accanto a materiale infiammabile e venduti ai minori: maxi sequestro di botti a Fiumicino

24 dicembre 2020 | 11:54
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Ammucchiati accanto a materiale infiammabile e venduti ai minori: maxi sequestro di botti a Fiumicino
Ammucchiati accanto a materiale infiammabile e venduti ai minori: maxi sequestro di botti a Fiumicino
Ammucchiati accanto a materiale infiammabile e venduti ai minori: maxi sequestro di botti a Fiumicino
Ammucchiati accanto a materiale infiammabile e venduti ai minori: maxi sequestro di botti a Fiumicino

La polizia ha denunciato una donna di 57 anni e un il ragazzo di 27 anni che sono stati anche multati per il mancato rispetto delle norme anti covid

Fiumicino – Ben 480 chili di fuochi pirotecnici: questo è quanto sequestrato dagli agenti del commissariato Fiumicino diretto da Somma Catello nel corso di servizi volti alla repressione della vendita di manufatti pirotecnici. A far scattare l’accertamento dei poliziotti all’interno di un negozio di Fiumicino è stata la segnalazione tramite NUE 112 di alcuni minori che esplodevano botti in strada. Quando i poliziotti hanno scoperto che i fuochi pirotecnici erano stati acquistati in un vicino esercizio commerciale è scattata la perquisizione.

Sugli scaffali gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato 180 chili di materiale esplodente, ben oltre il limite consentito che è di 50 chili. Nel vicino magazzino poi, stipati vicino a materiale infiammabile, quali luci decorative, buste di carta, buste in plastica, hanno rinvenuto altri 300 chili di materiale pirotecnico.

Altre violazioni da parte dei gestori del negozio sono state riscontrate nel corso della verifica: infatti oltre al mancato il distanziamento sociale, come previsto per il contenimento della diffusione del Covid-19, i poliziotti hanno assistito alla vendita di fuochi pirotecnici, prevista solo a maggiori di anni 18, ad un minore.

Al termine dell’operazione tutto il materiale è stato sequestrato e i due commercianti, la donna di 57 anni ed il ragazzo di 27 sono stati denunciati. Sanzionati amministrativamente anche per il mancato rispetto delle norme anti covid.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.