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L’atletica del 2020: il record di Yeman Crippa e il pass olimpico di Antonella Palmisano

Un anno importante per l’atletica italiana, nonostante lo stop causato dal lockdown. L’assegnazione degli Europei del 2024 il punto più alto

Roma – C’è un prima e c’è un dopo. La data spartiacque è domenica 23 febbraio 2020: il Paese ha appena scoperto l’incubo del Covid-19, l’atletica italiana è riunita ad Ancona per un’edizione di lusso degli Assoluti indoor (con l’1,96 di Elena Vallortigara nell’alto) e nella stessa giornata Eyob Faniel si appropria del record italiano della maratona correndo a Siviglia in 2h07:19.

Nessuno, durante quella mattinata, sapeva ancora cosa sarebbe accaduto nei giorni e nei mesi successivi. Il dramma mondiale dell’emergenza sanitaria, le priorità che cambiano, il lockdown che costringe a casa aspettando che il virus smetta di imperversare. E per lo sport, il rinvio di un anno dei Giochi Olimpici, fin qui fermati soltanto dalle guerre mondiali. In questo contesto l’atletica azzurra ha provato a reagire, ha promosso prudenza e rispetto delle regole, ha riscritto protocolli e calendari, ha approfittato dello stop per farsi trovare pronta al momento giusto. E, alla ripresa, ha mostrato il proprio potenziale, prima di festeggiare per l’assegnazione degli Europei di Roma 2024.

I record conquistati

Leonardo Fabbri (Aeronautica) ed Eyob Faniel (Fiamme Oro) avevano anticipato la pandemia. Il pesista fiorentino impressionando con il 21,59 di Stoccolma che migliorava il primato italiano al coperto di Alessandro Andrei dopo trentatré anni. Il maratoneta vicentino sfilando a un altro olimpionico (Stefano Baldini) lo scettro dei 42,195 km. Fabbri, non contento, superato il lockdown ha bombardato per mesi e ha saputo spingersi ancora più in là, sfiorando l’orizzonte dei ventidue metri e allungando di un metro esatto rispetto all’anno precedente, fino al fantastico 21,99 che ha marchiato a fuoco gli Assoluti di Padova. L’altro uomo-copertina non può che essere Yeman Crippa, nuovo re dei 3000 (7:38.27) e dei 5000 metri (13:02.26), autore di due record italiani (quasi tre, considerato il tentativo mancato di pochissimo nel miglio) e pronto a sfidare i 5 km di fine anno a Bolzano, su strada, terreno che ha visto Daniele Meucci (Esercito) impadronirsi della MPI dei 10 km (28:08 a Valencia), e nella marcia Eleonora Giorgi (Fiamme Azzurre) aggiornare il world best della 35 km, 2h43:43 a Grosseto.

Golden Gala

Nello Stadio Olimpico vuoto, nella serata magica di Armand Duplantis volato in alto come nessuno nell’asta all’aperto (6,15), si è compiuto il capolavoro di Edoardo Scotti: il suo 45.21 è il secondo crono europeo stagionale alle spalle di Karsten Warholm, riporta un azzurro al successo al Golden Gala – seppur in una Diamond League non al pari livello di quelle degli anni precedenti – e lancia in orbita il ventenne dei Carabinieri, che ha firmato la migliore prestazione italiana under 23. È anche la notte di Crippa-record nei 3000, dell’ennesima sfida tra gli sprinter Filippo Tortu (Fiamme Gialle) e Marcell Jacobs (Fiamme Oro) spesso in scena in stagione (bilancio finale 10.07 per Pippo, 10.10 per Marcell, primo e terzo in Europa), della conferma di Luminosa Bogliolo (Fiamme Oro) ad alta quota e sempre più costante nei 100hs: nelle statistiche resterà la sua vittoria in Diamond League a Stoccolma e anche quella di Fausto Desalu (Fiamme Gialle) a Bruxelles nei 200.

Meeting

Alzi la mano chi avrebbe pensato a una stagione così strutturata, nei mesi più duri della quarantena. Il 2,30 di Gianmarco Tamberi (Atl. Vomano, ora Atl-Etica San Vendemiamo) a fine giugno nell’alto di Ancona (dopo il 2,31 delle indoor), e poi il colpo a sensazione del meeting di Savona alla metà di luglio, quel volo di Larissa Iapichino (Atl. Firenze Marathon, ora Fiamme Gialle) a 6,80 nel lungo, per uno dei momenti più entusiasmanti del 2020 azzurro. Il circuito dei meeting italiani non si è fermato, anzi è diventato il punto di riferimento e di confronto per tanti azzurri, apice di una notevole quantità di eventi piccoli o grandi organizzati sul territorio: il 5,82 dell’astista Claudio Stecchi in piazza a Chiari ne è un esempio.

In Nazionale

Niente Tokyo, niente Europei di Parigi. Pochissime le occasioni della stagione in maglia azzurra ma c’è chi ha saputo sfruttarle al meglio: una su tutte Antonella Palmisano (Fiamme Gialle) capace di afferrare lo standard olimpico per Tokyo nella 20 km di marcia a Podebrady (1h28:40) conquistando il successo nel match internazionale, ma anche Matteo Giupponi (Carabinieri) secondo con il “minimo” dei Giochi (1h19:58). Azzurri anche ai Mondiali di mezza maratona a Gdynia, caratterizzati dal primato personale di Giovanna Epis (Carabinieri, 1h11:14) preludio del miglioramento a 2h28:03 nella maratona tricolore di dicembre a Reggio Emilia.

Campionati

Scelta una formula inedita per gli Assoluti, tra Padova e Modena la vetrina per il movimento tricolore è stata duplice. Campionati in piena sicurezza, con uno sforzo organizzativo ancora maggiore, disputati a porte chiuse, o semi aperte, che comunque non hanno fatto venir meno lo spettacolo, tra il super Fabbri di Padova e la Palmisano alla migliore prestazione italiana della 10 km alla Festa dell’endurance di Modena. Ed è stata festa, consapevole e colorata, anche nei campionati delle categorie giovanili ospitati a Forlì (cadetti), Rieti (allievi) e Grosseto (juniores e promesse), trampolino per la “generazione 2024” che potrà vivere il sogno degli Europei in casa. All’Olimpico e nella grande bellezza. (fidal.it)

(foto@Colombo/Fidal)