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Gaeta, al via “Calanne 2020”: il festival social per continuare le tradizioni da casa

1 gennaio 2021 | 06:05
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Gaeta, al via “Calanne 2020”: il festival social per continuare le tradizioni da casa

Giovedì 31 dicembre 2020, dalle ore 17:00, attraverso la pagina social dell’Associazione culturale “Le Tradizioni” sarà possibile ammirare gli ‘Sciusci’ e partecipare al contest

Gaeta – L’ Associazione Culturale “Le Tradizioni” é lieta di presentare “Calanne 2020”, la prima rassegna musical/popolare social, un format originale, ideato e pensato per non fermare la Tradizione ed allietare il 31 Dicembre dei cittadini di Gaeta.

“Giovedì 31 Dicembre 2020– spiega il presidente dell’Associazione Di Nitto Mauro – a partire dalle ore 17:00, come da tradizione, attraverso la nostra pagina social potrete ammirare i più bei ‘Sciusci’ della storia. Abbiamo attinto alla nostra bacheca storica, e con l’aiuto di qualche amico, siamo riusciti a riportare alla luce esibizioni a partire dagli anni 70′. Sono video storici, patrimonio della nostra comunità, che, in questo anno molto particolare, vogliamo condividere con tutti voi.

È, inoltre, aperto un contest al quale tutti possono partecipare. L’intera cittadinanza infatti é invitata a realizzare un video amatoriale da casa, ad inviarlo ai nostri contatti affinché venga pubblicato sui nostri canali social. La partecipazione é del tutto gratuita, sono già pervenuti numerosi video, e stanno riscuotendo un grande consenso da parte del pubblico.
Un ringraziamento a tutti i partner dell’ evento; sponsor ufficiale: Birra Cismo, www.gaetamedievale.com e RadioSpazioBlu.
Sarà un tuffo nel passato, una grande emozione.

Oggigiorno, soprattutto in questo periodo, ovunque sentiamo parlare di “tradizioni”, ma quasi sempre non ci rendiamo conto di che cosa siano: le tradizioni sono un elemento “sacro” per la nostra società, sono il patrimonio morale ricevuto dai nostri avi di cui dobbiamo farne tesoro di vita, trasmettendone i contenuti alle giovani generazioni.

“Pensiamo sia doveroso, – prosegue il Presidente – provare a fare qualcosa di concreto, per cercare di preservare e valorizzare la preziosa identità culturale di esse, dei valori che ci hanno accomunato, anche in questo momento così buio. Riscoprire i suoni, i giochi e le scene di vita quotidiana quasi dimenticate, tuffarsi nel passato fino ai tempi dei nonni e di conoscere le radici e il patrimonio culturale della nostra Città , favorisce sicuramente lo sviluppo del senso di appartenenza e di identità culturale e soprattutto riporta in noi un mondo che non c’è più: la calma dei tempi andati con i suoi riti, la sua povertà, ma anche la sua dignità e la sua allegria.

Le tradizioni sono le nostre radici. Siamo noi, il nostro sangue, la nostra cultura, la nostra identità, il nostro mondo. Un popolo senza tradizioni è un popolo privo di anima. Igor Stravinsky scriveva: ‘Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente’.

Inutile farsi illusioni, oggi è sempre più raro che un ragazzo si metta seduto ad ascoltare il nonno parlare dei tempi in cui era giovane. Siamo tutti di corsa, bambini e anziani, e spesso i nonni abitano lontano dai nipoti: bisogna quindi trovare metodi alternativi per trasmettere la memoria alle nuove generazioni. E per raggiungerle, cosa c’è di meglio che utilizzare il loro mezzo preferito, internet?”

“La nostra iniziativa – spiega Di Nitto – ha infatti l’obiettivo di raccogliere più ‘storie’ possibili riguardanti la più amata delle tradizioni Gaetane, non solo video storici, che abbondano già sul web, ma soprattutto frammenti di ‘vita’, aneddoti ed emozioni che raccontino con occhi diversi dal solito, cosa vuol dire fare ‘gliu sciuscie’ . Insomma, un documento che possa far comprendere ai ragazzi quanto siano importanti le tradizioni popolari.

A volte, troppo spesso in verità, abbiamo assistito ad ardui atteggiamenti atti a voler ‘insegnare’ a tutti i costi le tradizioni, con presuntuosi e fallimentari progetti. Ecco, niente di più sbagliato. Le tradizioni non si insegnano, si tramandano. A volte, e devo purtroppo ripetermi, chi fa ‘gliu sciuscie’, o ha la presunzione di volerlo, impropriamente, ‘insegnare’ non ha la benché minima consapevolezza di cosa stia facendo.
Questo perché ci si é sempre e solo limitati ad imitare il gruppo più grande o quello più appariscente, senza mai entrare nel vero significato della tradizione.

Noi stessi, come Associazione culturale “Le Tradizioni”, veniamo costantemente, imitat, con risultati pessimi, che hanno come unico scopo, da parte di ci ci imita, quello di mettersi in mostra. Noi non vogliamo avere la presunzione di ‘insegnare’ come si fa ‘gliu sciuscie’, noi vogliamo che questa Tradizione sia tramandata, vogliamo che la gente capisca lo stato d’ animo dei veri sciusciaioli”.

“Gliu sciuscie non é una vetrina attraverso la quale far vedere come siamo belli – conclude il Presidente – e come siamo bravi. Gliu sciuscie non si fa per ‘Avere’, gliu sciuscie si fa per ‘Dare’. E per finire ci sono i custodi della tradizione, l’elemento più importante, sono i nostri nonni, i nostri genitori, devono essere loro i protagonisti questo progetto, non servono competenze particolari basta attingere alla propria memoria. I loro occhi lucidi, i loro sguardi persi nei ricordi passati, devono farci capire cosa si prova veramente ad ascoltare i canti della tradizione, devono trasmetterci quei brividi e quella sana voglia di emozionarci ancora con le semplici cose”.
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