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Concessioni scadute per gli impianti di acquacoltura, assordante silenzio del Comune di Gaeta

11 gennaio 2021 | 17:26
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Concessioni scadute per gli impianti di acquacoltura, assordante silenzio del Comune di Gaeta

Volente o nolente, la decisione, del Comune di Gaeta, influenzerà le politiche ambientali dell’intero Golfo: le gabbie dei pesci, infatti, ricadono proprio nello specchio d’acqua di sua competenza

Gaeta e Formia – Le concessioni per gli impianti di acquacoltura nel Golfo di Gaeta sono scadute lo scorso 31 dicembre. Eppure, su quella che dovrebbe essere una notizia epocale per le politiche ambientali del Golfo, il Municipio di piazza XIX Maggio non ha ancora preso posizione.

Un silenzio che preoccupa gli ambientalisti. Perché, volente o nolente, la decisione, del Comune di Gaeta, influenzerà le politiche ambientali dell’intero Golfo: le gabbie dei pesci, infatti, ricadono proprio nello specchio d’acqua di sua competenza.

E ancora: un silenzio che continua nonostante la petizione online dell’associazione “Formiaé”, che, lo scorso dicembre, aveva chiesto al sindaco Mitrano di dire no al rinnovo delle concessioni.

“Nonostante l’utilizzo dei mangimi e le deiezioni dei pesci sono le maggiori fonti di inquinamento, in quanto innalzano i valori di azoto e fosforo nelle acque e accelerano il processo di eutrofizzazione dei fondali – sottolineano da Formiaé -, non ci risultano atti politici e/o dirigenziali sul tema del rinnovo o meno delle concessioni.”

La presa di posizione di Formia

Eppure… Eppure, la situazione, nella vicina Formia è diametralmente opposta. Se Gaeta resta in silenzio, infatti, il Municipio di via Vitruvio ha deciso di prendere una posizione chiara e netta in merito, dicendo no al rinnovo.

Non solo. Come annunciato dallo stesso Sindaco, con una delibera di Giunta (n° 346), il Comune di Formia, in virtù del passaggio di competenza Regione- Enti Locali, ha delineato quella che dovrebbe essere la politica ambientale futura del Golfo. Una politica incentrata su: salvaguardia dell’ecosistema marino, contenimento dell’impatto paesaggistico e monitoraggio dello stato di salute del mare. Una politica che permetterebbe all’intero litorale formiano, e ancor più a quello di Vindicio (è lo specchio acqueo in cui si trovano gli impianti), di riappropriarsi della propria naturale bellezza.

“Cosa fa la città di Gaeta? Prende tempo? Aspetta di conoscere lo studio della Regione Lazio che determinerà finalmente la delocalizzazione (come più volte richiesto)? Ancora non abbiamo notizie in merito, per questo – concludono da Formiaé – è ancora più importante far sentire la nostra voce.

(Il Faro online)